Luigi Di Maio (foto LaPresse)

C'è mancia e mancia

Redazione

Grazie al reddito di cittadinanza abbiamo un valido strumento recessivo per il votoscambismo

“Una miserabile mancia elettorale. Un voto di scambio politicomafiosomassonico”. Così Grillo il 16 aprile 2014 definì il bonus di 80 euro elargito ai lavoratori dipendenti fino a 25 mila euro di stipendio dal governo di Matteo Renzi. Era in buona compagnia: Luigi Di Maio (“80 euro, una mazzetta”), Alessandro Di Battista (“soldi nostri per comprarsi i voti”), Paola Taverna (“la cosa più meschina”), Matteo Salvini (“se vinco ne darò 81, poi però li chiedo indietro”). Anche settori della Confindustria attaccarono gli 80 euro, magari perché superavano gli aumenti contrattati con i sindacati. Poi però Lega e M5s si sono ben guardati dall’eliminare la “mancia” renziana.

 

Ora, la mancia gialloverde di reddito di cittadinanza e quota 100, sempre alla vigilia delle europee, costa quasi il doppio: 6 miliardi nel 2019, 7,5 nel 2020, 8 nel 2021; rispetto ai 5,9 dell’intero pacchetto Renzi di stimoli fiscali. Ma la vera domanda è: il mantenimento delle promesse elettorali di M5s e Lega oltre che per la propaganda elettorale aumenteranno la ricchezza nazionale? Qui si può fare il raffronto con gli 80 euro. Sui quali lo studio più approfondito è stato pubblicato a fine 2017 dalla Banca centrale europea e da Banca d’Italia. Ne risulta che a fronte di un onere pubblico dello 0,4 per cento del pil il riutilizzo degli 80 euro da parte dei circa 8,5 milioni di percettori sia stato pari al 60 per cento, con punte dell’80 tra chi guadagna meno; e la maggior parte è stato speso in beni di largo consumo. Questo, scrive la Bce, “ha avuto un impatto significativo sui consumi, cresciuti già nel 2014 di 3,5 miliardi”. Il pil, che quell’anno passò da meno 2,5 per cento a più 0,1 e poi a 0,8 nel 2015 fino a 1,6 nel 2017, ha dunque beneficiato del bonus, oltre che dell’aumento degli investimenti. Di quanto aumenterà la ricchezza italiana nel 2019 grazie anche a reddito di cittadinanza e quota 100? Banca d’Italia ha nuovamente tagliato le stime, da 1 a 0,6 per cento, prevede “recessione tecnica”. C’è mancia e mancia.