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L'esperimento pazzo della manovra oltre il deficit

Redazione

Lo scontro con l'Unione europea non servirà per abbassare le tasse. Nemmeno per creare lavoro. Allora, per fare cosa?

Nel 1954, impiantando un elettrodo nel cervello di un topo, James Olds (psicologo) e Peter Milner (neuroscienziato) della McGill University dimostrarono l’esistenza di centri del piacere nel cervello che si inondano di dopamina quando si riceve un rinforzo positivo, con effetti da orgasmo. E’ una rete di neuroni al centro del cervello, nucleus accumbens. Si attiva anche quando vediamo qualcosa che ci piace mentre facciamo shopping. L’area “antagonista” è l’insula, che risponde a stimoli negativi. Si attiva, per esempio, quando non siamo intenzionati a fare acquisti. Le due zone in competizione sono utili quando si affronta una situazione rischiosa come un investimento: spesso sarebbe salutare prevalesse la cautela, se non fosse che il brivido per il rischio può spingerci a fare il contrario, e perdere tutto. Il topolino, per esempio, continuava ad azionare un meccanismo che donava scariche elettriche eccitanti al suo cervello, e così è morto di piacere.

 

Ora, non è chiaro se nella testa di questo governo Lega-M5s prevalga l’istinto della cavia o quello di conservazione davanti alla prospettiva di sanzioni economiche da parte della Commissione europea, annunciate mercoledì per una manovra finanziaria che non produce crescita e allarga il debito come in nessun altro stato europeo. I mercati scommettono su un ripensamento – il rendimento dei titoli di stato a breve termine (2 anni) è sceso all’annuncio di Bruxelles, segno che il rischio di un default s’allontana – e il ministro Paolo Savona l’ha suggerito direttamente (“la manovra è da riscrivere”, ha detto). Sarà pure che Savona l’ha detto per quietare Lady spread. Ma il gioco di orchestrare i mercati dai palazzi romani ha vita breve, istantanea. Intanto, chiediamoci a cosa è servito tutto questo casino. Per abbassare le tasse? No. Per rilanciare i consimi? No. Per creare lavoro? No. Per spingere sugli investimenti? No. Dovesse poi prevale il raziocinio, speriamo, la “guerra all’Europa” sarà stata inconcludente ma i vasti danni già prodotti all’economia saranno semi-permanenti. Se invece dovesse prevalere l’eccitazione per il rischio, l’Italia potrebbe finire come il topo di Olds e Milner: gaudente e stecchito.

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