Una visione aerea di Roma (foto LaPresse)

Rigenerare, la parola d'ordine per affrontare il problema casa a Roma

Onelia Onorati

Nella Capitale sono 57 mila le famiglie che vivono in una situazione di disagio abitativo. Un convegno dell'Acer per costruire un'alleanza tra istituzioni e costruttori

Quando si tratta di affrontare, e risolvere, il problema del degrado delle periferie tutti, almeno a parole, sembrano essere d'accordo. I numeri, dopotutto, non lasciano molto spazio alle interpretazioni. Men che meno quelli presentati stamattina dall'associazione dei Costruttori edili di Roma e provincia (Acer), in un incontro organizzato al Tempio di Adriano. Nella Capitale, secondo i dati di Cresme, sono 57 mila le famiglie che si trovano in una condizione di “emergenza abitativa”, a fronte di 34.750 case inutilizzate. Di queste 12 mila attendono un alloggio di edilizia pubblica dopo avere presentato richiesta all’Ater, l'agenzia che gestisce gli alloggi pubblici della Capitale. Non solo, a fronte di 10 mila richieste di sostegno abitativo (buono affitto ecc.) solo 4 mila sono state soddisfatte. 

  

Che la situazione sia al limite lo si capisce anche dal fatto che a Roma si trovano attualmente oltre 90 stabili occupati abusivamente da almeno 12 mila persone. Ogni anno sono oltre 9 mila gli sfratti emanati ma solo 3.200 vengono eseguiti. I romani senza fissa dimora sono 7.500 mentre oltre 9 mila sono i rifugiati e richiedenti asilo. Insomma, non si può più restare a guardare. 

   

E i costruttori, rappresentati dal presidente dell’Acer Niccolò Rebecchini, sono pronti a fare la propria parte: “Noi imprenditori accettiamo di abbassare le nostre richieste sui prezzi di vendita degli immobili nuovi e sui rendimenti delle operazioni, mettendoci a dialogare con l’amministrazione su singoli progetti, ma d’altro canto le istituzioni devono venirci incontro, semplificando le procedure e rendendo realizzabili le proposte”. Archiviata la stagione degli sviluppi immobiliari futuristici, Rebecchini e i costruttori romani sono ormai convinti della necessità di agire attraverso interventi di “rigenerazione” sul costruito.

  

Dopotutto è più semplice intervenire sul patrimonio esistente, trasformandolo o in alcuni casi semplicemente riportandolo in buone condizioni, perché questo permette di liberare spazi per le fasce sociali deboli e per quanti si trovano oggi in condizioni di povertà. Ma anche di riavviare l'economia attraverso lo sviluppo dell'edilizia, sia pure di sostituzione. Lorenzo Tagliavanti, presidente della Camera di Commercio di Roma, non ha dubbi: “Ricostruire, riconvertire, rigenerare, sono le tre R che possono riunire il centro con le periferie e combattere una polarizzazione sin troppo forte”.

  

Presenti all'incontro anche i rappresentanti degli enti locali che hanno colto l'occasione per annunciare alcune novità. Massimiliano Valeriani, assessore alle Politiche abitative della Regione Lazio, ha illustrato il progetto di riqualificazione di Corviale, uno degli esperimenti edilizi più discussi degli ultimi 40 anni, che ora potrebbe diventare un esempio positivo di “rigenerazione urbana”: quindici famiglie verranno temporaneamente trasferite per realizzare lavori di manutenzioni e poi rientreranno nelle loro abitazioni migliorate. Non solo, la Regione sta anche lavorando a una “Agenzia dell’abitare”, un ufficio unico al quale arriveranno tutte le disponibilità di abitazioni da privati, enti pubblici, Ater, da affidare a chi ne ha bisogno. La vera novità è che il servizio è rivolto anche a persone non completamente fuori dal mercato come giovani coppie o famiglie che rientrano in una fascia intermedia, in affanno certamente, ma con una disponibilità economica.

 

Valeriani si è poi impegnato ad avviare una riforma radicale della classica “casa popolare”. Anzi, insieme al neo direttore generale dell’Ater, Andrea Napoletano, sta già lavorando per individuare i “finti poveri” e ripristinare la manutenzione. “Combatteremo sovraffollamento, cattive condizioni igieniche, morosità, miglioreremo i tempi di assegnazione degli alloggi vuoti - ha sottolineato Napoletano -, ma soprattutto imporremo trasparenza a tutti coloro che entreranno in contatto con il sistema Ater”.

 

Proposte arrivano anche dal Comune di Roma che ha già stanziato oltre 60 milioni per lavorare sugli immobili di immediata disponibilità. Rosalba Castiglione, assessore al Patrimonio e alle politiche abitative, ha parlato di 500 alloggi già quasi pronti, solo in parte da liberare. L'obiettivo, ha spiegato, è quello di “accompagnare le persone verso una propria indipendenza”. Anche per questo Castiglione ha subito accolto le proposte dei costruttori romani, in particolare uno dei possibili interventi sul complesso Ater Morandi di Tor Sapienza, dove attraverso coibentazione e qualche buona idea si potrebbero tagliare il 62 per cento dei consumi energetici e ospitare il doppio delle persone.

  

La proposta fa parte di sei idee che Acer sta discutendo con il Comune sulla scia di quella vincitrice del concorso che l'Associazione ha bandito per il quartiere Tiburtino dove, l’architetto vincitrice Sonia Pizza, ha proposto una serie di interventi promuovendo l’uso di piattaforme digitali.

 

Più attento alla pianificazione Luca Montuori, assessore all’Urbanistica del Campidoglio, ha esortato a completare i piani di zona ancora incompiuti, con la possibilità di prevedere modifiche. Anche Montuori è dell’avviso che sia meglio intervenire sul patrimonio esistente con frazionamenti piuttosto che mirare a progetti troppo ambiziosi e completamente nuovi.

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