Foto LaPresse

Perché Salvini e Di Maio non possono dare il reddito di cittadinanza solo agli italiani

Maria Carla Sicilia

Non si può discriminare i cittadini in base alla nazionalità, se hanno i requisiti per accedere ai sussidi pubblici. Ecco la prossima grana del governo gialloverde 

Le parole pronunciate dal ministro dell'Economia Giovanni Tria sul reddito di cittadinanza agli stranieri durante un question time al Senato hanno creato malumori nel governo gialloverde. Il ministro dell'Interno Matteo Salvini, dopo il vertice con gli altri partiti di centrodestra a palazzo Grazioli, ha subito rimesso la palla al collega Luigi Di Maio dicendosi “sicuro che gli amici Cinque stelle stanno studiando una formula intelligente limitata agli italiani”. Le rassicurazioni sono arrivate direttamente da Di Maio. “Già nel 2016 abbiamo modificato la proposta di legge”, ha detto il vicepremier. “Stiamo lavorando sulla platea. E' logico che la devi restringere ai cittadini italiani – ha precisato – E' impossibile, con i flussi migratori irregolari, non restringere la platea e assegnare il reddito di cittadinanza ai cittadini italiani”. Ma la legge, come ha spiegato Tria, non permette discriminazioni. 

  

A riguardo la giurisdizione stabilita dai trattati europei è chiara: non si può escludere chi risiede regolarmente in Italia e ha i requisiti stabiliti dalla legge per accedere alla misura sulla base della nazionalità. “La Corte europea ha più volte detto che non è lecito e occorre estendere ai cittadini stranieri purché residenti legittimamente”, dice al Foglio Tiziano Treu, ex ministro del Lavoro e presidente del Cnel. “La disposizione non riguarda specificatamente il reddito di cittadinanza ma una serie di prestazione di tipo assistenziale, di cui la misura farebbe parte”. Limitando arbitrariamente l'accesso al reddito di cittadinanza, la legge rischierebbe di essere bocciata dalla Corte di Giustizia oppure di essere dichiarata incostituzionale. Anche la nostra Costituzione, infatti, recepisce quanto stabilito dalla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea. 

  

Parlare di stranieri regolarmente residenti significa riferirsi a chi ha almeno un permesso di soggiorno di lungo periodo. Possono essere migranti che hanno ottenuto una forma di protezione internazionale e sono residenti in Italia da almeno 5 anni e in generale stranieri, in Italia dallo stesso periodo, con permesso di soggiorno e una conoscenza certificata della lingua italiana. Nel nostro paese vivono 1,5 milioni di cittadini comunitari, a cui si sommano i cittadini extracomunitari in regola. Nel complesso, sui cinque milioni di persone che vivono in condizione di povertà assoluta, il 32 per cento è costituito da stranieri.