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Cosa c'è dietro all'aumento del traffico aereo internazionale da Roma

Redazione

Il lungo raggio si conferma un asset strategico per il traffico aereo. Anche per gli aeroporti che organizzano partenze e arrivi

Roma. Il lungo raggio si conferma un asset strategico per il traffico aereo. Non solo per le compagnie che offrono voli lungo queste tratte, ma anche per gli aeroporti che organizzano partenze e arrivi. Da gennaio a giugno 2018 i passeggeri che hanno volato dall’aeroporto di Roma Leonardo da Vinci verso mete extra-Schengen sono stati il 12 per cento in più rispetto all’anno precedente, arrivando a 7,2 milioni. In particolare Adr Aeroporti di Roma, la società che gestisce lo scalo di Fiumicino, dice che il lungo raggio è cresciuto di circa il 17 per cento. Nello stesso periodo il traffico aereo diretto verso destinazioni extra europee ha superato, per la prima volta, i volumi generati dal mercato domestico: con un aumento del 16 per cento i passeggeri diretti fuori dall’Unione europea sono stati 5,7 milioni contro i 5,5 milioni di chi ha scelto mete interne.

 

“In questo periodo, ogni giorno accogliamo circa 150 mila viaggiatori – dice il direttore di airport management di Aeroporti di Roma, Ivan Bassato – la maggior parte dei quali stranieri, vista la forte crescita del traffico di lungo raggio su Roma. Il nostro lavoro è gestire la loro esperienza nello scalo in modo sicuro, efficiente e puntuale, attraverso le migliori tecnologie disponibili”.

 

Per sostenere questi numeri l’aeroporto di Fiumicino ha deciso di puntare sull’efficienza e sulla tecnologia, aumentando la diffusione dei gate elettronici che permettono di controllare il passaporto in pochi minuti. Per esempio, un accordo con l’ambasciata del Canada in Italia ha permesso nei giorni scorsi di attivare gli e-gate anche per i passeggeri canadesi, portando l’aeroporto a essere il primo al mondo per la presenza di questo servizio. Il controllo elettronico dei passaporti canadesi si aggiunge infatti a quelli dei viaggiatori europei, statunitensi, sud-coreani, giapponesi, australiani e neozelandesi, che già da tempo sperimentano il varco digitale: si tratta nel complesso di oltre 6 milioni di passeggeri. Ieri Fiumicino ha fatto il record di passeggeri controllati alla frontiera con gli e-gates, ovvero il 47 per cento del totale dei passeggeri che hanno attraversato frontiera.

 

“L’anno scorso circa novecentomila canadesi hanno visitato l’Italia, spendendo complessivamente oltre 1,2 miliardi di euro”, ha detto l’ambasciatrice del Canada in Italia, Alexandra Bugailiskis, secondo cui “l’introduzione degli e-gate lancia un segnale molto importante che sottolinea i forti legami di amicizia, commerciali ed economici tra Italia e Canada. Agevolare i viaggi, siano essi d’affari, per studio e per turismo, rafforzerà ulteriormente le nostre relazioni commerciali”.

 

Finora solo 36 i varchi elettronici installati da Aeroporti di Roma al Leonardo da Vinci, in collaborazione con la Polizia di stato, Enac e i ministeri degli Interni e degli Affari esteri, con un aumento di utilizzo del 30 per cento nei primi sei mesi dell’anno. Un solo e-gate è in grado di processare migliaia di passaporti al giorno, consentendo un controllo più rapido (in media di soli 20 minuti) e aumentando i livelli di sicurezza.

 

E’ anche grazie allo sviluppo degli e-gate se, nel secondo trimestre del 2018, Fiumicino è stato confermato in testa alle classifiche di Aci Europe sulla qualità dei servizi offerti nei grandi aeroporti dell’Unione europea, stabilmente davanti a Londra, Monaco, Madrid e Parigi.

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