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Più mutui e surroghe. Così le famiglie reagiscono all'incertezza politica

Maria Carla Sicilia

Insieme allo spread crescono anche le richieste di ricontrattare le condizioni del mutuo per bloccare i tassi al minimo. L'ansia di un'economia fragile condiziona l'opinione pubblica

Se i nervi dei mercati restano ancora solidi, nonostante la politica economica italiana che si intravede all'ombra del governo giallo-verde, diverso sembra per quelli delle famiglie, più emotive e pronte a correre ai ripari davanti alle prospettive incerte che si aprono con lo spread oltre quota 200. Oggi che il differenziale tra i titoli di stato italiani e quelli tedeschi è tornato sui giornali, l'opinione pubblica sembra avvertire la pressione degli indicatori economici instabili e agisce di conseguenza nel perimetro dei propri investimenti, anche quelli che con il valore dei titoli di stato non sono immediatamente legati.

  

La dinamica è confermata delle richieste di mutui registrate dalla società Mutui Online, che nell'ultima settimana hanno subito una brusca accelerata. “Non sappiamo quanto sia dovuto allo spavento per l'aumento dello spread o se sia invece una percezione chiara del fatto che una situazione di incertezza prolungata potrebbe portare a uno scenario di aumento dei tassi”, spiega al Foglio Roberto Anedda, responsabile marketing del gruppo. “Certo non si tratta di uno scenario immediato e infatti nonostante lo stallo politico degli ultimi due mesi i tassi sono rimasti ai minimi. Ma l'accelerazione sullo spread degli ultimi dieci giorni ha riportato allarme e attenzione nel grande pubblico”. I dati del portale riguardano infatti i singoli utenti e non gli investitori preparati, al momento fermi ad aspettare che la situazione si evolva, segno che a lasciarsi influenzare dal clima attuale sono le famiglie più che i mercati.

  

“Rispetto ai volumi medi dei mesi precedenti, abbastanza costanti, le richieste di mutuo sono aumentate di oltre il 20 per cento già nelle precedenti settimane (tra il 7 e il 18 maggio). Ma è nell'ultima settimana che l'accelerazione è stata più evidente – continua Anedda – con le richieste in crescita del 35 per cento da lunedì a oggi, segno che a mettere fretta sono l'incertezza sulla formazione del governo e l'aumento dello spread”.

  

Chi ha stipulato negli anni passati un mutuo variabile, circa il 20 per cento delle persone che comprando casa si è rivolto alle banche, in questi giorni valuta come fare a garantirsi le migliori condizioni possibili per il futuro, considerando che in media pagherà rate per 20/30 anni. E non c'è momento migliore per farlo, alla vigilia dell'insediamento di un governo potenzialmente pericoloso e del cambio di politiche economiche della Banca centrale europea. Per questo durante questa settimana sono le richieste di surroga a essere esplose. “Rispetto alla settimana precedente c'è stato un aumento del 50 per cento delle surroghe – dice Anedda – In confronto ai volumi standard dei mesi scorsi si tratta dell'80 per cento in più”. D'altra parte affidarsi al tasso variabile è una scelta che coinvolge persone maggiormente interessate a seguire lo sviluppo del mercato rispetto a chi propende per un tasso leggermente più alto ma stabile nel tempo. Le stesse persone che oggi leggendo i giornali si ritrovano spiazzate di fronte agli incerti scenari futuri.

  

L'aumento dello spread, unico indicatore economico che al momento risente della situazione politica, tuttavia non è una variabile direttamente collegata con i tassi dei mutui. “E' uno dei primi indicatori che inizia a muoversi in negativo quando si addensano nuvole non positive sull'economia di un paese, ma non incide sui tassi. Se quelli che al momento sono solo timori si concretizzassero in situazioni negative, allora sì che si vedrebbero le conseguenze sul costo del denaro per le banche e di conseguenza sui mutui. Ma non nell'immediato”.

  

Così dopo un 2017 che ha visto in calo le domande di nuovi mutui e surroghe, oggi il settore vive un nuovo subbuglio. Un trend che si registra da dopo le elezioni. “Aprile è stato il primo mese a segnare un incremento rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Probabilmente, approfittando delle attuali situazioni, chi ha la possibilità di affrettare un investimento lo sta facendo in questo periodo. Ma un'accelerazione così improvvisa non la vedevamo da almeno un anno, da quando le grandi manovre della Bce hanno portato i tassi al di sotto di alcune soglie, già peraltro basse, come nel caso del tasso fisso sotto il 2 per cento”.

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