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Chi semina bufale raccoglie vergogna

Aumenta l’export di grano verso il Canada. Sconfitta per i No Ceta

Coldiretti, Cgil, Arci, Adusbef, Movimento Consumatori, Legambiente, Greenpeace, Slow Food International, Federconsumatori, Acli Terra, Fair Watch. Uniti a Movimento 5 stelle, Lega e Fratelli d’Italia. Questa – e tanto ampia – era la coalizione No Ceta che chiedeva all’Italia di ripudiare il trattato di libero scambio tra Europa e Canada. Questi piccoli “trumpini” dell’agricoltura sostenibile e fieramente italica – probabilmente inorriditi dal mostruoso protezionismo galoppante negli Stati Uniti, che ovviamente minaccia l’export italiano – ora sono i poveri sconfitti dalla realtà. Dicevano, ad esempio, che il Ceta “uccide il grano duro italiano con il crollo dei prezzi favorito dall’azzeramento strutturale i dazi per l’importazione dal Canada dove peraltro viene fatto un uso intensivo di glifosato nella fase di pre-raccolta, vietato in Italia”. Parola di Coldiretti.

 

Il trattato non è stato ratificato, ma resta comunque in vigore. Fortunatamente la preghiera dell’associazione di agricoltori più grande d’Italia non ha efficacia. E a tre mesi dall’applicazione dell’intesa Ceta non si registra nessuna invasione di grano e invece l’export balza del 9 per cento, secondo la Confederazione italiana agricoltori (Cia) che ha fatto i calcoli sulla base dei dati Istat sul commercio estero. Tra ottobre e dicembre 2017 invece l’approvvigionamento di grano canadese è diminuito del 35 per cento, confermando la tendenza degli ultimi anni, dice la Cia. Nel 2017 sono stati venduti in Canada, tra prodotti agricoli, cibi e bevande, prodotti per un valore di oltre 811 milioni di euro. Le esportazioni di vino sono cresciute nel frattempo del 9 per cento. E il glifosato – l’erbicida usato come spauracchio – è stato considerato non cancerogeno da ricerche scientifiche italiane e straniere.

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