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Italo viaggia con il fondo americano Gip

Maria Carla Sicilia

Un risultato contrario agli auspici dei ministri Padoan e Calenda che preferivano la quotazione in Borsa

Dopo un lungo consiglio di amministrazione, durato molto più del previsto, gli azionisti di Italo-Nuovo Trasporto Viaggiatori hanno deciso di accettare l'offerta di Global Infrastructure Partners (Gip) vendendo l'intera società per 1,98 miliardi, a cui andranno ad aggiungersi 450 milioni di debiti che il fondo americano si prenderà in carico. Si ferma così il piano di quotare il 40 per cento della società in Borsa con una Ipo, da mesi allo studio del cda Italo, su cui si aspettava il parere della Consob nei prossimi giorni.

 

 

La notizia è arrivata nella tarda serata di ieri, ben più tardi della deadline fissata dagli acquirenti, che hanno dato a Italo poco più di ventiquattro ore di tempo per valutare. Secondo alcune indiscrezioni di stampa l'azionariato si sarebbe diviso tra chi, come Intesa Sanpaolo, Generali e Peninsula Capital, avrebbe preferito accettare l'offerta di Gip, e chi, come Diego della Valle, Luca Cordero di Montezemolo e Flavio Cattaneo, tra gli altri, spingevano per tentare la strada dell'Ipo. Il ritardo nel comunicare la decisione ha portato Gip a rilanciare di 800 milioni rispetto all'offerta iniziale, pari a 1,9 miliardi. A quel punto, nel giro di poche ore, il consiglio di amministrazione ha comunicato la propria decisione di vendere. Secondo le condizioni prospettate dal fondo, gli attuali azionisti di Italo possono reinvestire nell'azienda e acquistarne fino al 25 per cento. A Cattaneo e Montezemolo, rispettivamente amministratore delegato e presidente di Italo, è stato chiesto di continuare a mantenere le proprie cariche, proposta su cui i due non si sono ancora pronunciati.  

Accettare l'offerta di Gip, fa notare Reuters, ha permesso a Italo di non dover affrontare nessuna incertezza legata al voto del prossimo 4 marzo nel caso di quotazione in Borsa e dimostra come, nonostante le elezioni, ci sia appetito per i beni italiani. 

   

Sulla questione erano intervenuti anche i ministri Carlo Calenda e Pier Carlo Padoan, senza nascondere la loro preferenza per il debutto a Piazza Affari. Nel pomeriggio di ieri, prima di conoscere l'esito della riunione del cda, in una nota congiunta hanno detto che pur apprezzando “l'interesse da parte di potenziali investitori”, “la quotazione in borsa della società” sarebbe stato “il perfetto coronamento di una storia di successo”.

 

Global Infrastructure Partners è un fondo da 40 miliardi di dollari con base a New York. Da più di dieci anni si occupa di infrastutture, investendo in progetti nel settore dei trasporti – soprattutto porti e aeroporti – e dell'energia. Italo, che è l'unica società ferroviaria privata a operare sull'alta velocità in Europa, consentirà a Gip di mettere un piede nel mercato europeo del ferro, finora caratterizzato da presenze monopolistiche e aziende partecipate pubbliche.

   

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