Corrado Passera (foto LaPresse)

Corrado Passera è tornato

Redazione

Nuove avventure del multiforme manager. Tra finanza, una vera banca retail e “pet business”

Consulente, top manager, poi banchiere ai massimi livelli, poi ministro nel governo tecnico e infine un tentativo politico in proprio fino a provare la candidatura a sindaco, per poi fare un passo indietro per favorire Stefano Parisi. E ora? La parabola personale e professionale di Corrado Passera, 64 anni from Como with love&lake (e hotel), sta prendendo una nuova forma in una multiforme carriera. Ex McKinsey, Cir, Mondadori, L’Espresso, Olivetti – tutte all’epoca nella galassia di Carlo De Benedetti – poi Banco Ambrosiano Veneto, Poste (voluto dal governo Prodi e da Carlo Azeglio Ciampi) e infine la lunga carriera in Intesa Sanpaolo. Ora Passera vuole tornare sui propri passi, dopo la breve carriera politica di ministro dello Sviluppo economico e delle Infrastrutture e di fondatore di Italia Unica – esperienza durata solamente due anni e mezzo, dal febbraio 2014 al settembre 2016.

 

Ora Passera ha deciso di tornare a fare il banchiere vero e proprio. Anche se in chiave più moderna. Ha lanciato il progetto di una sua spac, o “special purpose acquisition company” (veicolo d’investimento che raccoglie capitali e poi si quota in Borsa con l’obiettivo di acquisire una società target e con una fusione inversa portarla a Piazza Affari) che sta raccogliendo qualcosa come 500 milioni di euro e con la quale il banchiere vuole fare incetta dei cosiddetti non perfoming loans, ovvero i crediti incagliati e le sofferenze in pancia alle banche italiane e non solo. Pare che a supportare questo suo progetto sia anche il finanziere italiano, ma attivo su Londra, Davide Serra, da sempre vicino al segretario del Pd, Matteo Renzi.

 

Ma questo è solo il primo tassello del suo progetto di rientro sulla scena finanziaria milanese e italiana. Perché al contempo il manager che non manca mai alla Prima della Scala – i flash dei fotografi sono tutti per l’affascinante consorte, Giovanna Salza, ex comunicatrice in Poste, Sace e Air One, sposata in seconde nozze, e madre di tre dei cinque figli di Passera – ha deciso di tornare a fare il banchiere a tutto tondo. Così a titolo personale sta valutando un investimento di alcune decine di milioni (c’è chi dice 15, chi addirittura fino a 50) per comprare o diventare socio di maggioranza di una piccola banca retail tradizionale di famiglia attiva in Piemonte. Un modo per ottenere la licenza bancaria di Bankitalia e per poter operare con un progetto di più ampia portata che unisca anche la parte finanziaria legata proprio alla spac e alle sofferenze creditizie bancarie. In questo senso non vanno trascurati i suoi legami con l’industriale Vittorio Malacalza, l’uomo più ricco e liquido di Genova, primo azionista di Carige che lo aveva approcciato per avviare il processo di ristrutturazione dell’istituto ligure, poi affidato a Paolo Fiorentino, ex Unicredit. Ma no è detto che in futuro le strade, bancarie, di Malacalza e Passera non tornino a incrociarsi.

 

Nel frattempo però, per non farsi mancare nulla, il manager ed ex politico comasco ha diversificato i suoi investimenti puntando su alcune iniziative di venture capital e in start up, in progetti editoriali digitali e, buon ultimo, diversificando in un settore a forte crescita, quello del business del “pet”, inteso come animali domestici. Però se uno cerca sui social i profili di Passera scopre che se su Twitter si presenta solamente in versione familiare (papà di Sofia, Luigi, Luce, Giovanni ed Eugenia. Marito di Giovanna. Amante dell’Italia) ma non cinguetta più ai sui 53.500 follower dal 28 settembre del 2016, e sul più moderno e modaiolo Instagram non si palesa dall’aprile di due anni fa. E’ su LinkedIn che si scopre che è fondatore di Encyclomedia Publishers, una casa editrice fondata nel 2010 che ha o meglio aveva, come si legge nel sito ufficial, “la missione di completare e lanciare il progetto Encyclomedia nel mondo web e dei nuovi media e dei nuovi media, consegnando al tempo stesso ai cultori della tradizione un’edizione libraria di pregio”. Era un progetto ideato e diretto da Umberto Eco che voleva rileggere anche in chiave digitale la storia della civiltà europea dal mondo antico all’inizio del terzo millennio. Peccato che il professore bibliofilo se ne sia andato nel febbraio del 2016 e che quindi il progetto, come dimostrano anche i conti della società editoriale Em Publishers, controllata da Passera e dalla moglie, sia di fatto abortito: nel 2016 il fatturato è precipitato da 875 a 139 mila euro mentre le perdite sono lievitate da 58 mila a 467 mila euro. Come rifarsi di questa non fortuna avventura? Buttandosi, sempre moglie e marito Passera-Salza, nel campo del pet business, che su scala mondiale vale 90 miliardi di euro e in Italia rappresenta un giro d’affari di 2 miliardi. Se gli animali stanno entrando anche nella vita politica e nella campagna elettorale, grazie all’iniziativa di Michela Vittoria Brambilla, perché non scommetterci a livello imprenditoriale? Passera ha quindi creato la Pet Vet Holding e poi lanciato la newco Ca’ Zampa per avviare strutture sanitarie veterinarie e laboratori di analisi, toelettatura e addestramento, oltre a vendere prodotti alimentari e farmaci per animali di piccola taglia. Non tralasciando la possibilità di gestire eventi di settore e corsi di formazione e preparare il personale paramedico. Va da sé però che quest’ultima iniziativa è assolutamente collaterale al rientro sulla scena milanese e non solo dell’ex capo della prima banca italiana che passa, per l’appunto, dalla finanza e dagli sportelli.

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