La disoccupazione torna ai livelli del 2012, dice l'Istat

Redazione

Con i dati di dicembre si completa il quadro del mercato del lavoro nel 2017: bene giovani e ultracinquantenni, crescono i contratti a termine  

Alla fine dello scorso anno il tasso di disoccupazione è arrivato a toccare il livello più basso da agosto 2012, stabilizzandosi al 10,8 per cento, mentre quello giovanile scende al 32,2 per cento. E' quanto certifica l'Istat, che oggi ha diffuso i dati relativi al mercato del lavoro italiano nel mese di dicembre. 

  

Dicembre, spiega l'istituto di ricerca, è il quinto mese consecutivo in cui il numero delle persone in cerca di occupazione diminuisce (-1,7 per cento, -47 mila): il calo interessa donne e uomini e si distribuisce tra tutte le classi di età, fatta eccezione per i 25-34enni. Anche il dato sugli inattivi è positivo e torna a crescere: assorbendo quota dei disoccupati, il tasso sale al 34,8 per cento. A dicembre la stima degli inattivi tra i 15 e i 64 anni cresce dello 0,8 per cento (+112 mila). Anche in questo caso l'aumento interessa entrambe le componenti di genere e tutte le classi di età.

Sul mese, diminuisce invece la stima degli occupati dello 0,3 per cento (-66 mila), tornando al livello di ottobre. Il tasso di occupazione scende così al 58 per cento (-0,2 punti percentuali).

 

Il dato di dicembre permette di tirare le somme rispetto a tutto il 2017, che si conferma un anno di ripresa. L'aumento degli occupati è dello 0,8 per cento e riguarda uomini e donne. Il dato sulla tipologia di contratti mostra l'incidenza dei lavoratori a termine sul totale, con 303 mila lavoratori in più rispetto all'anno precedente. Calano invece gli indipendenti (-105 mila) e in misura minore anche i permanenti (-25 mila). Soffermandosi sulle classi d'età, aumentano soprattutto gli occupati ultracinquantenni (+365 mila) ma anche i 15-24enni (+42 mila). Resta il buco dei 25-49enni, che invece registrano un calo (-234 mila). Nell'arco dell'anno diminuiscono i disoccupati (-8,9 per cento, -273 mila) e crescono gli inattivi (+0,3 per cento, +34 mila).

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