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Antidoti al promettificio elettorale dall'Università di Francoforte

Guido Fontanelli

Revisione della spesa e come irrobustire la crescita, gli argomenti da discutere. Parla Ester Faia

Milano. In Germania l’eco delle promesse elettorali italiane arriva lontana: i tedeschi sono concentrati sui loro problemi interni, sulla formazione di un nuovo governo, e guardano con scarsa attenzione a quello che accade nel resto d’Europa. Sono solo preoccupati per le continue richieste di maggiore flessibilità da parte dell’Italia, nulla di nuovo. Ma negli ambienti accademici, nel mondo deli economisti, non sfugge invece che in Italia la campagna elettorale in vista del 4 marzo si è trasformata in una gara a chi la spara più grossa, dalla flat tax all’università gratis fino all’abolizione della riforma Fornero. E che il dibattito in Italia sia sceso a livelli quasi infantili, senza affrontare con serietà i problemi veri del paese. “La situazione è preoccupante” dice Ester Faia, professore di Politica monetaria e fiscale all’Università di Francoforte, la Goethe University Frankfurt, considerata tra le economiste più promettenti in Germania.

  

 

“Questo sarebbe il momento ideale per ridurre il debito pubblico, visto che l’economia italiana è in una fase di crescita. Il debito è il principale problema dell’Italia e in anni passati altri paesi, come il Regno Unito con David Cameron, oppure il Belgio, sono riusciti ad abbassarlo sfruttando l’aumento del pil. Io quindi mi aspetterei di vedere un partito che presenti un piano credibile di riduzione del debito, ma mi sembra che questo argomento non sia affatto al primo posto tra le proposte delle forze in campo, così come sembra scomparsa dal dibattito politico la spending review”.

 

Invece, la linea prevalente è quella di chiedere più flessibilità, di battere i pugni sul tavolo in Europa, di fare più deficit. Promettendo agli elettori un futuro radioso. Fatto, per esempio, di un fisco con un’unica aliquota, la famosa flat tax. Ma ha senso una proposta simile? “E' un’idea primitiva, antistorica”, sostiene Ester Faia. “Sia negli Stati Uniti sia in Europa c’è un aumento delle diseguaglianze ed è un argomento molto serio di cui si discute da tempo nel mondo degli economisti. La flat tax ha lo svantaggio di peggiorare la situazione, aumentando le diseguaglianze. In Germania, al contrario, la progressività delle tasse è molto forte e non si parla di flat tax”.

 

L'economista boccia senza appello anche la proposta di abolire la legge Fornero che, tra le altre cose, sposta in avanti l’età del pensionamento: “Sarebbe una catastrofe, la riforma crea i risparmi necessari per rendere sostenibile il sistema pensionistico e per dare un futuro ai giovani”. A questo proposito, Faia pone l’attenzione sulla tendenza della politica italiana a fare troppe riforme sulla carta, senza introdurre gli strumenti per implementarle, e quando la riforma si fa davvero, non le si dà il tempo di vedere maturare i frutti. Tutto questo crea una pericolosa incertezza nelle persone.

 

Il reddito di cittadinanza invece sarebbe una buona idea, ammette Ester Faia, perché nei paesi avanzati le nuove generazioni hanno maggiori difficoltà a trovare lavoro pur avendo studiato più delle generazioni precedenti. “In Francia, per esempio, si parla di tassare le grandi aziende dell’hi-tech proprio per finanziare un reddito che permetta ai giovani senza lavoro di poter vivere: l’automazione e la globalizzazione hanno provocato in alcuni paesi l’aumento della disoccupazione e della sottoccupazione giovanile. Bisognerebbe capire se anche l’Italia sta soffrendo una situazione simile”.

 

E un’eventuale vittoria del Movimento 5 Stelle alle elezioni italiane come verrebbe presa in Germania? Faia ha un attimo di titubanza: “Aprirebbe molte incognite sul futuro, probabilmente avrebbe un impatto immediato sui mercati. Magari un nuovo governo a guida 5 Stelle lavorerà bene, ma temo che l’ombra di una tutela europea e del Fondo monetario internazionale si allungherebbe sull’Italia”.

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