Un "marziano" per far decollare la Borsa

Redazione

Consob può superare la letargia e una visione ombelicale con Mario Nava. Auguri

Prima che il governo Gentiloni lo scegliesse meritoriamente come nuovo commissario della Consob, in pochi, anche tra i colleghi di lungo corso, pensavano che Mario Nava avrebbe lasciato i vertici del direttorato per la Stabilità finanziaria della Commissione europea per tornare in Italia. Un po’ perché ritenevano che lasciare un ufficio dal quale passano le direttive e i negoziati più sensibili per i mercati finanziari sarebbe stata una diminutio nel suo cursus honorum di euro-tecnico (ventitré anni a Bruxelles, già consigliere di Romano Prodi da commissario europeo e membro del gabinetto di Mario Monti da commissario alla Concorrenza). Un po’ perché ritenevano che Nava sarebbe stato accolto come un “marziano” e avrebbe trovato nella struttura di Consob resistenze tali da impedirgli di orientare l’organismo a una maggiore apertura alle esigenze sia degli operatori italiani, interessati a stare al passo dei concorrenti europei, sia degli investitori, interessati a essere protetti e non eventualmente risarciti dopo avere subìto un danno.

 

Ieri in audizione davanti alle commissioni Finanze di Camera e Senato che hanno dato parere favorevole alla nomina (24 sì e 5 contrari) ha rivendicato l’intenzione di riformare incarichi e competenze. “Non voglio una Consob verticistica, presidenziale né a livello di collegio né di struttura – ha detto – l’attuale meccanismo in cui collegio e struttura si incontrano attraverso il presidente e il direttore generale non va bene, il modello a cui mi ispiro è quello della Commissione europea, dove c’è osmosi nettissima tra collegio e struttura e non ci sono modelli verticistici, che strozzano e impediscono passaggi di competenze, alla fine inefficienti”.

 

Un taglio rispetto al recente passato sia formale sia ideale, tant’è che Nava ha affondato sull’operato, deficitario, del predecessore Giuseppe Vegas: “Non è elegante parlare del mandato precedente ma nel tempo e nello spazio la Consob è stata migliore”, ha detto ricordando le stagioni di Luigi Spaventa e Tommaso Padoa-Schioppa. “Si può tornare lì e non c’è motivo per il quale non si possa tornare a quei livelli”. Innanzitutto affinché l’Autorità sia incisiva “dovrà riuscire il più possibile a passare da un’azione ex post a un’azione ex ante perché è questa che funziona nei mercati per produrre ricchezza finanziaria”. Ovvero con tempestività, e non in ritardo. Con Nava Consob può uscire dalla letargia e sintonizzare la Borsa con l’Europa, e magari diventare un porto per i capitali in fuga dalla Brexit. Gli auguriamo di non trovare ostacoli nel farlo.

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