Il salone di Detroit è tech. L'apice della mutazione dell'Auto (e di Fiat)

Ugo Bertone

Il mercato cala ma ora la parola d’ordine non è vender di più a qualunque prezzo, ma vetture più sofisticate sul piano tecnologico

Milano. Intelligenza artificiale, robot e radar di ogni tipo. Ma la novità assoluta del salone dell’auto di Detroit che aprirà i battenti al pubblico la settimana prossima dopo la passerella dei big (Sergio Marchionne, molto atteso, parlerà lunedì, preceduto dal bonus di 2.000 dollari ai dipendenti e il miliardo di investimenti, gentile omaggio a Donald Trump di un manager sbarcato in usa grazie a Barack Obama) sarà la vetrina riservata alle carriere. Per la prima volta la rassegna dedicata al mondo delle quattro ruote ha deciso di dedicare uno spazio ai talenti da strappare a Silicon Valley: ingegneri e ancor di più data scientist ed altri guru dell’economia digitale che le aziende cercheranno di reclutare durante la kermesse. A peso d’oro perché, con buona pace di Trump, torna a calare l’esercito delle tute blu nelle fabbriche americane (203 mila ad ottobre, 8 mila di meno di un anno prima) così come gli acquisti di quattro ruote negli Stati Uniti, in discesa per la prima volta da otto anni (e destinati a calare ancora nel 2018 sotto i 17 milioni di pezzi).

 

Ma le aziende non se ne preoccupano. Anzi, le vendite in calo (meno 8 per cento) hanno coinciso con il decollo di Fiat-Chrysler: la parola d’ordine non è vender di più a qualunque prezzo, ma vetture più sofisticate sul piano tecnologico, più costose e destinate nel tempo, a servire più di un autista. Anzi, a fare a meno del guidatore come i robot-taxy della start-up Navia che hanno esordito brillantemente la settimana scorsa a Las Vegas: i veicoli senza autista (sei passeggeri, niente volante o posto previsto per il guidatore) erano stati programmati per raggiungere una ventina di località nei dintorni della città dopo aver prenotato l’autista robot via Lyft, la rivale di Uber in parte posseduta da General Motors. Sembra fantascienza, ma in realtà è futuro (quasi) prossimo. Nel 2021, secondo le previsioni di Ihs Markit, le auto driverless in circolazione saranno più di 50 mila. Certo, il loro uso sarà ben diverso da quello delle vetture tradizionali: i nuovi modelli, tipo il prototipo e-Palette presentato da Toyota, funzioneranno come piccoli bus da utilizzare lungo percorsi prestabiliti. In questa cornice i grandi dell’Auto sono destinati a confrontarsi sempre meno sulle prestazioni delle vetture quanto sulle soluzioni in tema di mobilità, il concetto chiave per risolvere i problemi posti da città sempre più grandi e trafficate di un pianeta sempre più connesso e che chiede, perciò, mappe sempre più accurate, trattate da computer di bordo sempre più potenti.

 

La frenata delle vendite, del resto, riguarda solo il mercato americano e, forse, la vecchia Europa oggi sostenuta dal rinnovo del parco in circolazione. Ma nel 2018, per la prima volta, verrà infranto il tetto dei 100 milioni di auto vendute nel mondo in un anno. La conferma arriva fa Gartner, uno dei centri più attrezzati nelle ricerche sull’andamento delle vendite dei semiconduttori, ormai la materia prima più importante, ancor più dell’acciaio, per seguire l’andamento dell’Auto, come conferma un recente report del Crédit Suisse: quest’anno le vendite dei veicoli saliranno nel mondo dell’1,9 per cento circa a 101 milioni di pezzi, ma il valore dell’elettronica montata su ogni macchina aumenterà del 5,2 per cento, tre volte tanto (per un totale, in media, di 404 dollari l’una). E’ in questa cornice che va a collocarsi l’intervento che Marchionne terrà lunedì a Detroit, uno degli appuntamenti clou della settimana per vari motivi. Comincia l’ultimo anno di Marchionne alla guida operativa di Fiat-Chrysler che, dopo l’approvazione del bilancio 2018, passerà ad uno dei tre potenziali successori (Alfredo Altavilla, numero uno dell’area Europa, il direttore finanziario Richard Palmer o il favorito, l’inglese Mike Manley, responsabile nel marchio di punta, Jeep). Secondo, perché l’incontro cade dopo un formidabile rally in Borsa che non si può certo attribuire ad un semplice movimento di mercato. Marchionne svelerà in segreto? Probabilmente no. La ricerca di un buon partner, merita prudenza. Guai aver fretta.

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