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Nasce il criptorublo, la versione russa del bitcoin

Micol Flammini

La Russia immetterà sul mercato la sua moneta digitale, statale e tassata come una valuta normale. Con importanti risvolti nel mondo della finanza

“Chi governerà l’intelligenza artificiale sottometterà il mondo”, si era raccomandato Putin agli studenti a settembre durante l’apertura dell’anno scolastico. “Se davvero una nazione volesse sottomettere il mondo con l’intelligenza artificiale, per prima cosa inventerebbe il proprio bitcoin”, ha detto Maksim Oreskin, ministro dello sviluppo economico russo durante il festival della gioventù a Soci. Pochi giorni dopo, in Russia è stato annunciato l’arrivo del criptorublo, la versione russa del bitcoin. Se davvero, secondo Putin, il globo sarà sottomesso dallo stato più avanzato in AI e se le AI più avanzate, come primo passo, creeranno il bitcoin, allora per sillogismo la Russia avrebbe intenzione di governarci tutti.

   

Il presidente russo ha ordinato di creare una criptovaluta nazionale, tassata come una moneta normale. Solo poche settimane fa, Vladimir Putin aveva parlato del bitcoin come un mezzo che avrebbe incrementato il riciclaggio di denaro, l’evasione fiscale e il finanziamente del terrorismo, e aveva quindi escluso la possibilità di crearlo in Russia. Invece ha cambiato idea. Così il criptorublo, nome ufficiale della valuta, diventerà l’unica moneta digitale autorizzata in Russia. “Creeremo il criptorublo - ha detto il ministro della Comunicazione Nikiforov - per una semplice ragione, se non lo faremo noi lo faranno prima i nostri vicini della Comunità economica euroasiatica”. Tutte le operazioni finanziarie con la moneta virtuale saranno tassate con un’imposta del 13 per cento, cioè la flat-tax in vigore in Russia. Il conio di altre monete digitali sarà invece vietato.

   

Secondo i piani del ministero dell’Economia, la criptovaluta non dovrà essere una moneta privata, ma statale, interamente controllata dal Cremlino. Un’esigenza dettata dalla nuova economia digitale. Con questo progetto il Cremlino mira ad abolire i bitcoin e a imporre sul mercato digitale solo l’utilizzo del criptorublo. Un po’ come era successo con gli altri prodotto digitali come Yandex e VKontakte (che sono la versione russa di Google e Facebook), Mosca è andata alla ricerca dell’equivalente russo anche nel mondo del blockchain.

   

Le criptovalute in circolazione nel mondo sono più di 1.100 e in totale hanno una capitalizzazione di più di centosettantadue miliardi di dollari. Il 54 per cento è rappresentato dai bitcoin. Secondo l’istituto svizzero Ubs, in un report che arriva dopo la rivelazione del governo russo, l'esplosione della valuta digitale potrebbe sì portare benefici nel settore finanziario, ma c’è il rischio di bolle speculative. Sul caso russo Ubs ha però avanzato dei dubbi sul fatto che i criptorubli possano effettivamente diventare delle valute utilizzate, ma ha scritto nel report che entro il 2027, l’utilizzo della moneta digitale potrebbe portare a un incremento del Pil globale di circa trecento miliardi di dollari al mese. Chi metterà le mani su questo tesoro, governerà il mondo. O almeno ci avrà provato. Ecco spiegata la nascita del criptorublo.

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