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Il folle ballo dei bitcoin

Micol Flammini

In due giorni è crollato del 40 per cento. Premi Nobel, liberal, banchieri dicono che il rischio c’è ma è di chi ci specula

Dal presidente della Federal Reserve Janet Yellen al premio Nobel per l’economia Paul Krugman, sono tutti concordi nel dire che i bitcoin siano una gigantesca bolla speculativa. Il valore della criptovaluta è esploso e, mentre viene associato ad attività criminali, traffici illeciti e riciclaggio, rischia di crollare. Secondo Krugman il prezzo dei bitcoin è aiutato dal fatto che si tratta di qualcosa di impalpabile che li rende poco comprensibili. Le persone ne sono attratte proprio per l’incomprensibilità che li avvolge. Anche Robert Shiller, altro premio Nobel per l’economia, ritiene che l’alone di mistero intorno alla moneta digitale abbia contribuito a renderla così popolare, ma avverte: “Attualmente si tratta del miglior esempio di bolla”. Aron Lasher, cofondatore dell’app Breadwallet che su Twitter si definisce un entusiasta dei bitcoin, avverte che il rischio bolla è dietro l’angolo, ma “non si tratta necessariamente di una cosa negativa”. Anche la società svizzera di servizi finanziari Ubs si è espressa sulla moneta digitale, nella quale vede tutti i tratti distintivi della bolla speculativa.

 

Il turnover alto e l’uso limitato che se ne fa nel mondo reale portano a pensare che i compratori cerchino di lucrarci il più possibile. Se l’offerta di bitcoin è limitata, lo stock delle criptovalute non lo è e i potenziali sostituti sono migliaia. Morto un bitcoin se ne fa un altro secondo Ubs. I trend economici però sono imprevedibili e in economia la teoria e la pratica sono spesso lontane. L’assunto si può sintetizzare con la differenza che c’è tra positive economics e normative economics, ossia tra le cose come funzionano realmente e come dovrebbero funzionare. Il bitcoin sarà anche una bolla, sarà pure il male assoluto, come dice Krugman, ma nella realtà sta attraendo un numero crescente di investitori pronti a rischiare.

 

Da giovedì, il bitcoin ha iniziato a risentire di una flessione che si è accentuata durante la notte e questo potrebbe essere il primo segnale dello scoppio di una bolla. La più famosa delle criptovalute è arrivata sotto quota 12.000 dollari contro i 15.800 precedenti, registrando una flessione che porta le perdite a oltre il 40 per cento. Le vendite sui bitcoin sono iniziate dopo lo spostamento improvviso su bitcoin cash, la valuta nata da una scissione della blockchain di bitcoin, dopo che una delle maggiori piattaforme di exchange, Coinbase, mercoledì ha annunciato di voler avviare la quotazione del rivale della famosa moneta digitale. Questa decisione ha fatto scattare le vendite di bitcoin per muovere fondi su bitcoin cash, che in poche ore ha triplicato il proprio valore. Ma per poco perché l’insuccesso non è stato solo del bitcoin, tutte le altre criptovalute, clash incluso, hanno segnato delle marcate flessioni superiori al 20 per cento. Volatile e rischioso, sicuramente, ma per il momento il bitcoin rimane un pericolo più per le tasche di chi è pronto a investirci che per il sistema finanziario.

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