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Il governo s'inalbera con Moody's, severa sugli Npl

Onelia Onorati

Padoan risponde piccato ai giudizi dell’agenzia di rating. La partita nazionale dipenderà da Mps

Roma. Outlook: negativo. Il verdetto, espresso stamattina dall’agenzia di rating Moody’s, è una doccia gelata sul sistema bancario italiano, che ha provocato l’immediata risposta (piccata)  del ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan. Padoan contesta dapprima la motivazione del giudizio, e cioè il carico eccessivo delle sofferenze bancarie. In realtà – ricorda Padoan – la massa di crediti non performanti (Npl) è già diminuita del 25 per cento dall’inizio dell’anno. 

 

La mole degli Npl in Italia, stando alla stima di Moody’s ammonta a 349 miliardi, e ciò è più che sufficiente ad affibbiarci la maglia nera d’Europa. A fronte di una percentuale del 17,3 per cento dei prestiti lordi in Italia, infatti, nel resto dell’Unione l’incidenza degli nel è "solo” al 5,1 per cento. L’altra agenzia di rating americana Standard & Poor's è più incline alla fiducia e stima per l’Italia cessioni di 100-120 miliardi di sofferenze bancarie entro il 2019, cioè fino a un terzo dello stock esistente. Naturalmente il giudizio di Moody’s, che mantiene un giudizio pesante sul merito di credito “Baa2”, insiste anche su altri aspetti del nostro sistema, come la capacità di generare utili, che si prevede ancora scarsa nel 2018, e l’eccesso di titoli di stato in portafoglio.

 

Quanto al tema degli Npl e affini, la partita si gioca in questi giorni sui 26,1 miliardi di sofferenze del Monte dei Paschi di Siena che stando alle ultime notizie verrà gestita da un gruppo di special servicer individuato dal fondo Atlante: una metà dello stock spetterà alla piattaforma Sirio, riconducibile a Cerved-Quaestio, e il resto suddiviso tra doBank per il 30 per cento e altri operatori per il 20. Cerved è un provider di informazioni societarie quotato in Borsa e specializzato nell’analisi del merito di credito delle aziende. Quaestio è una società di gestione del risparmio partecipata da Fondazione Cariplo e perno del fondo Atlante che aveva soccorso le banche venete e del fondo Atlante II, dedicato agli npl. doBank si occupa di gestione dei crediti deteriorati ed è controllata dal fondo americano Fortress, acquisito da SoftBank, del businessman giapponese Masatoshi Son. E' l’operazione Mps che farà la differenza perché da questa dipende una riduzione del 10 per cento dello stock nazionale. 

 

Intanto in settimana dovrebbero arrivare anche le offerte per “Rossini”, la bad bank con i 10,3 miliardi di sofferenze riconducibile a Banca Etruria, Carichieti, Cariferrara e Banca Marche (di cui fanno parte 1 miliardi di Npl). E un’altra partita, più piccola, la sta giocando Intesa Sanpaolo, che starebbe avviando una cessione da 600 milioni di crediti, dopo l’operazione estiva “Beyond the Clouds” da circa 2 miliardi. A breve arriveranno offerte non vincolanti per le pendenze di Banca Carige, il cui rilancio deve necessariamente passare attraverso il taglio di 1,4 miliardi di Npl, come previsto dal piano industriale di salvataggio. Insomma, il nodo Npl rimane centrale per la reputazione nazionale. E l’Italia sta effettivamente lavorando molto su questo fronte. Come da richiesta anche del Fondo Monetario Internazionale (insieme alla Bce), occorre disfarsi entro fine anno almeno di 65 miliardi di euro. Le premesse ci sono tutte.

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