Foto di Airbnb Office via Flickr

Dal digitale alla realtà

Redazione

Le piattaforme di servizi online possono diventare dei notabili nelle città

Molti grandi proprietari di immobili in America non sono favorevoli a permettere agli inquilini di subaffittare i loro appartamenti a estranei con Airbnb. Per loro comporta un rischio senza profitto. Ma un costruttore immobiliare di Miami, Newgard Development Group, ha deciso di allearsi con la popolare piattaforma per condividere l’abitazione per brevi periodi e creare dei complessi residenziali ideati per l’home sharing. Vicino a Orlando, in Florida, verrà costruito un complesso da 324 abitazioni che sarà costruito e posseduto da Newgard ma avrà l’insegna “Niido powered by Aibnb”, il marchio di fabbrica. Jaja Jackson, capo dei progetti multifamiliari della compagnia di San Francisco, ha detto al Financial Times che “è qualcosa che va nella direzione della strategia di lungo periodo” di Airbnb. E si adatta a una tendenza di condivisione dei beni, in luogo della proprietà. Per esempio ci sono complessi residenziali che hanno pochi spazi per parcheggiare e offrono sconti per le corse con Uber. Più che altro Aibnb avrà uno spazio fisico che lo renderà più simile a un operatore alberghiero rispetto a com’è oggi, un operatore capace di mettere in contatto chi ha uno spazio abitativo e chi ne ha bisogno. Di conseguenza l’esperimento potrebbe sottrarre Airbnb alle proteste dei proprietari di immobili e, in prospettiva, portare gli amministratori locali a vedere di buon occhio una residenza “a marchio” sul loro territorio. Di recente Amazon, oltre ad avere risollevato alcune città americane (e non solo) coi suoi centri di smistamento merci, ha indetto una gara tra metropoli per ospitare una sua sede. Le ramificazioni delle piattaforme digitali nell’economia reale, dal mattone alla logistica, aumentano e non lasciano indifferente la politica locale, in positivo adesso.

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