Così le rivalità geopolitiche piombano sulle società europee

Alberto Brambilla

Macron frustra le ambizioni di Fincantieri e condivide tecnologia aeronautica con Trump, che picchia i gasdotti euro-tedeschi

Roma. Grandi compagnie europee vivono forti turbolenze per via di rivalità geopolitiche acute sia tra paesi membri, Francia e Italia, sia transatlantiche, Stati Uniti e Germania.

 

Ieri Fincantieri ha patito forti vendite in Borsa mentre la Francia di Emmanuel Macron e l’Italia proseguono con le gomitate per il controllo dei cantieri navali di Stx a Saint-Nazaire sull’Oceano atlantico. Nonostante la prima società cantieristica italiana, a controllo pubblico, abbia registrato profitti in crescita nel secondo trimestre dell’anno, il titolo è arrivato a perdere il 13 per cento in Borsa per poi recuperare a metà seduta (chiudendo a meno 8,6). Motivo del tracollo è la ferma intenzione del governo francese di volere stracciare il precedente accordo con Fincantieri e nazionalizzare il sito se l’Italia non rinuncerà al controllo di Stx e ne condividerà la proprietà. In aprile, quando il presidente François Hollande era in uscita, Fincantieri aveva raggiunto un accordo preliminare che assegnava a Fincantieri il 48 per cento di Stx France, a Fondazione CR Trieste circa il 7, alla francese Dcns il 12 e allo stato francese il 33. L’intenzione del presidente Macron di rivedere i termini dell’accordo era chiara da quando visitò Saint-Nazaire durante la campagna elettorale per le legislative, il 31 maggio. La marcia indietro ha causato “rammarico” al governo italiano, che si è sentito tradito. “Non c’è alcun motivo per cui Fincantieri debba rinunciare alla maggioranza e al controllo della società”, ha detto il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, in una nota.

 

Il governo francese potrà esercitare il diritto di prelazione per rilevare l’intero capitale di Stx France e sfilarsi dall’accordo precedente senza pagare una penale. Fincantieri aveva come advisor unico la banca d’affari d’oltralpe Bnp Paribas – forse non proprio una garanzia a tutela degli interessi italiani. I risvolti per Fincantieri possono essere problematici. Arnold Donald, ceo del gruppo crocieristico americano Carnival, grande cliente Fincantieri, disse che “hanno bisogno di acquisire nuovi siti perché i loro sono saturi per i prossimi anni”. Il potente segretario generale dell’Eliseo, Alexis Kohler, è stato direttore finanziario di Msc, rivale di Carnival, che ha sempre costruito a Saint-Nazaire. Viene frustrata l’ambizione dell’ad di Fincantieri, Giuseppe Bono, di “un disegno più ampio di integrazione della cantieristica europea” con proiezioni nel settore della Difesa per costruire unità militari di stazza in Francia insieme a Dcns, costruttore per la Marine nationale.

 

La Francia di Macron sta giocando una partita geopolitica su più fronti. Dopo la visita del presidente americano Donald Trump a Parigi il 14 luglio, anniversario della presa della Bastiglia, la Francia ha offerto un segnale di amicizia a Washington. Dassault, costruttore dei caccia multiruolo Rafale, ha firmato un accordo da un miliardo di dollari con l’americana Boeing per condividere la piattaforma tecnologica 3DExperience che dà un vantaggio competitivo, riducendo i costi di progettazione e produzione nell’aviazione commerciale e militare. L’americana Boeing e la rivale Airbus, franco-tedesca, hanno entrambe molti ordini da soddisfare i prossimi anni.

 

Nel frattempo l’Unione europea sembra potere fare poco, dopo un’attività lobbistica corposa ma inutile, per disinnescare nuove sanzioni decise dal Congresso americano verso progetti energetici europei in collaborazione con la Russia. Oltre a sanzioni a Iran e Corea del nord comprese nel pacchetto, cui Trump probabilmente non opporrà veto. Il provvedimento colpisce il Cremlino per ferire Berlino, in un momento in cui i rapporti tra Trump e la cancelliera Angela Merkel sono pessimi. Penalizzato il progetto del gasdotto Nord Stream 2, un’alleanza tra Germania (Wintershall e Uniper) e Austria (Omv). Potranno risentirne anche i progetti Baltic LNG (Shell e Gazprom), il gasdotto Blue Stream (l’italiana Eni e Gazprom), il gasdotto kazako Cpc (Shell, Eni e Rosneft) e il Nord Stream 1 (operato da società europee e Gazprom).

  • Alberto Brambilla
  • Nato a Milano il 27 settembre 1985, ha iniziato a scrivere vent'anni dopo durante gli studi di Scienze politiche. Smettere è impensabile. Una parentesi di libri, arte e politica locale con i primi post online. Poi, la passione per l'economia e gli intrecci - non sempre scontati - con la società, al limite della "freak economy". Prima di diventare praticante al Foglio nell'autunno 2012, dopo una collaborazione durata due anni, ha lavorato con Class Cnbc, Il Riformista, l'Istituto per gli Studi di Politica Internazionale (ISPI) e il settimanale d'inchiesta L'Espresso. Ha vinto il premio giornalistico State Street Institutional Press Awards 2013 come giornalista dell'anno nella categoria "giovani talenti" con un'inchiesta sul Monte dei Paschi di Siena.