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Draghi conferma la crescita dell'Eurozona

Redazione

Niente tagli ai tassi di interesse, buone le previsioni per il pil al 2019 e in calo l'inflazione. Ancora invariato anche il quantitative easing 

Il pil in crescita nei prossimi anni e una revisione al ribasso dell'inflazione sono le previsioni che il presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi, ha presentato oggi in conferenza stampa dopo la riunione del Consiglio direttivo a Tallin, in Estonia. Per il 2017, l'Eurotower prevede un incremento del pil pari all'1,9 per cento (rispetto alla previsione precedente dell'1,8 per cento), mentre nel 2018 la crescita dovrebbe essere dell'1,8 per cento e nel 2019 dell'1,7 per cento. Esclusa l'ipotesi di ulteriori tagli ai tassi di interesse, perché "è scomparso definitamente il rischio di deflazione": resteranno invariati per un prolungato periodo di tempo, ha detto Draghi. 

  

Rispetto al quantitative easing, la Banca centrale ha deciso di procedere al ritmo di 60 miliardi "fino alla fine di dicembre o oltre se necessario". Era attesa per oggi una discussione sui prossimi passi per uscire dal programma di aiuti, ma Draghi ha spiegato che in riunione questo argomento non è stato affrontato. Anzi, come si legge nella nota della Bce, il Consiglio direttivo "è pronto a incrementare in termini di entità e/o durata il programma" fintanto che le condizioni finanziarie non saranno solide e non si sarà consolidata anche l'inflazione. Anche se la crescita dell'economia si è rafforzata - ed è atteso un ulteriore miglioramento nel corso dei prossimi trimestri - questo rafforzamento non si è ancora tradotto in un parallelo consolidamento dell'inflazione, ha detto Draghi. Perciò i tassi sono confermati ai livelli attuali, ma è esclusa la possibilità di ulteriori ribassi. Uno dei principali problemi che tiene a freno l'inflazione, ha spiegato il presidente della Bce, è la debolezza dei salari riconducibile a cambiamenti strutturali avvenuti nel mondo del lavoro. Intanto, sono state tagliate le stime di crescita dell'inflazione. Come ha spiegato Draghi le previsioni sono cambiate per via del calmieramento dei prezzi del petrolio: nel 2017 dovrebbe attestarsi all'1,5 per cento (invece che all'1,6 per cento) e nel 2018 all'1,3 per cento (invece che 1,7 per cento). Confermate all'1,6% le stime per il 2019.