Carlo Messina. Foto LaPresse/Federico Bernini

Sgonfiare il debito

Redazione

Intesa preferisce evitare soluzioni choc mentre scemano i benefici del Qe

Mentre in Intesa la Goldman Sachs diviene secondo azionista dietro alla Compagnia di San Paolo (“ci fa piacere averli nel libro soci”, ha detto il presidente Gian Maria Gros-Pietro), accelerando il trend che già in Unicredit e Generali vede gli investitori globali scalzare il capitalismo di relazione, il suo ad Carlo Messina sul quotidiano economico tedesco Handelsblatt chiede come priorità al governo di ridurre gradualmente ma costantemente e credibilmente, il debito pubblico, ipoteca sulla crescita e sui giovani. Niente scorciatoie popolar-populiste né interventi choc tipo la patrimoniale evocata a sinistra, né tantomeno la fuga dall’Europa dei sovranisti a Cinque stelle e leghisti. Invece “un piano di vendita di asset dello stato e degli enti locali, di società quotate e non quotate, e soprattutto degli immobili”. Ciò che conta “non è darsi obiettivi troppo ambiziosi ma presentare un piano credibile e ragionevole e dimostrare di realizzarlo nei tempi previsti e in maniera costante. Le soluzioni finanziarie ci sono: dobbiamo passare con decisione all’esecuzione”. Non è solo un fatto di reputazione ma anche di fine degli acquisti della Banca centrale europea, che secondo un report di Bank of America Merrill Lynch cesseranno di far sentire gli effetti sui Btp italiani a novembre 2019, rispetto al giugno 2019 dei titoli francesi, e all’estate 2018 di quelli spagnoli e tedeschi. La riduzione del debito incrocerà quel termine e vale dunque un programma di governo. Il che dà ancora più senso all’idea attribuita a Matteo Renzi di presentarsi in Europa proprio con un piano ammazza-debito nella prossima legislatura, nella quale ambisce a tornare premier.