Carlo Messina (foto LaPresse)

Stupide leggi in “stupido” stato?

Redazione

Messina (Intesa) spalleggia le fondazioni ma qualcosa non torna

Carlo Messina, consigliere delegato di Intesa Sanpaolo, manifesta un grande attaccamento verso i suoi azionisti. Il 26 gennaio al decennale della fusione tra Intesa e il San Paolo l’ha dimostrato ai suoi primi soci: le fondazioni Compagnia di San Paolo (9,34 per cento) e Cariplo (4,8). Considera “profondamente stupido che le fondazioni debbano essere costrette a ridurre le quote nel capitale delle banche, significa togliere punti di forza” in quanto “azionisti strategici”.

 

Peccato che con questo slancio il capo della banca più efficiente d’Italia implicitamente ritenga “stupido” che le Fondazioni s’adeguino (e con ritardo) alla volontà del legislatore che da oltre un ventennio (leggi Amato-Ciampi) imporrebbe una seria riduzione delle partecipazioni azionarie delle fondazioni negli istituti di credito per diversificare il rischio. Né Cariplo né la Compagnia l’hanno fatto con conseguente sofferenza per il loro patrimonio; anche CariParo (3,3) dovrebbe scendere. Al 2015 su 88 fondazioni solo 31 non avevano più partecipazioni nella banca originaria. Implicitamente Messina ritiene inoltre “stupido” l’accordo siglato nel 2015 da Giuseppe Guzzetti, dominus di Cariplo, presidente dell’Acri (associazione che riunisce le fondazioni), e da Pier Carlo Padoan, ministro dell’Economia, che prevede la riduzione dell’esposizione delle fondazioni verso una singola banca in tre anni. Dobbiamo ritenere stupido anche un altro punto dell’intesa, quello in cui s’impone un anno di latenza tra un incarico politico e uno nelle fondazioni? Pier Ferdinando Casini (Udc) ne sarebbe lieto: da senatore in attività ora corre per un posto in Fondazione Carisbo, piccolo socio d’Intesa (1,9).

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