Matteo Renzi e Eugenio Scalfari (foto LaPresse)

Scalfari ma che stai a di'?

Redazione
Non ci sono abbastanza ricchi per quante tasse servono al Fondatore.

"Gentile presidente del Consiglio, vorrei conoscere cosa pensa di questa proposta”. Eugenio Scalfari non si dà pace, non comprende come mai nessuno prenda in considerazione “la vera ed unica soluzione” per l’economia italiana. Da quasi un mese, ogni domenica, il Fondatore rilancia dalle colonne di Repubblica il piano fiscale da lui ideato per risollevare il paese e non si spiega perché  nessuno gli dia retta. La proposta inizialmente era questa: “Un taglio della metà del cuneo fiscale” per far aumentare salari e profitti di imprenditori e dipendenti, coperto aumentando l’Irpef. In pratica si tratta di un taglio dei contributi pagato dai contribuenti. Quando Scalfari è sceso nel dettaglio il taglio è sceso dal 50 al 30 per cento, comunque 90 miliardi, da far pagare a chi ha un reddito superiore ai 120 mila euro: un aumento delle tasse “non enorme ma comunque notevole”.

 

Perché nessuno considera un piano fiscale che, come la leva di Archimede, è capace di sollevare la domanda, la produttività, l’occupazione e la crescita, facendo semplicemente pagare un po’ di tasse in più ai ricchi? Proviamo a spiegare questo silenzio assordante. Gli italiani che dichiarano redditi oltre i 100 mila euro sono l’1 per cento dei contribuenti e versano quasi 30 miliardi, il 17 per cento del gettito Irpef. Secondo i calcoli del Fondatore dovrebbero pagare altri 90 miliardi di tasse, con aliquote del 2-300 per cento rispetto ai redditi guadagnati, altro che aumento “non enorme ma notevole”. La proposta sarà anche “la vera ed unica soluzione”, ma purtroppo ha un problema: in Italia i ricchi non sono abbastanza e non sono abbastanza ricchi per le esigenze di Scalfari.

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