Il paese si può ricostruire anche partendo da un nuovo e strategico modello di prevenzione

Su cosa deve puntare il nostro paese per diventare più competitivo sulla politica industriale, l’innovazione, il fisco e gli investimenti? Girotondo di idee. Con proposte concrete.

Da venerdì pomeriggio a domenica, pubblicheremo tutto il girotondo di idee - che trovate nel Foglio in edicola - con le proposte per una nuova agenda per l'Italia, che la rendano competitiva in tema di politiche industriali, innovazione, fisco e investimenti.

 


 

Gli ultimi dati sull’andamento dell’economia evidenziano la fragilità della crescita nell’Eurozona, Italia compresa. Gli investimenti infrastrutturali rappresentano certamente uno degli strumenti per rimettere in moto l’economia anche nel nostro paese. Il piano “Casa Italia”, volto alla messa in sicurezza degli edifici e delle infrastrutture nelle aree più vulnerabili del territorio, è un’importante opportunità da non perdere. Negli investimenti infrastrutturali è di norma prevalente l’intervento pubblico, anche se, per la ricerca di buoni rendimenti nell’attuale scenario di bassi tassi di interesse, un crescente flusso di capitali privati si sta indirizzando verso tale settore. Le imprese di assicurazione sono importanti investitori istituzionali, perché impiegano nei mercati finanziari e nell’economia reale i fondi loro affidati dagli assicurati. Gli assicuratori possono adottare politiche di investimento orientate al lungo termine perché assumono verso gli assicurati impegni tipicamente di durata non breve.

 

Il contributo del settore in questo campo può quindi diventare significativo. Naturalmente, per rendere effettivo l’intervento, è opportuno che gli assicuratori, come gli altri investitori, siano coinvolti sin dall’inizio nella definizione dei vari progetti da finanziare. E occorre anche che la normativa prudenziale, a livello europeo, sia resa coerente con la specifica rischiosità degli investimenti. Un’ulteriore priorità per il nostro Paese riguarda la necessità di dotarsi di schemi moderni ed efficienti di protezione e gestione dei rischi, come il tragico sisma nel Centro Italia ha drammaticamente evidenziato.

 

Le statistiche indicano che lo stato italiano ha speso circa 3 miliardi all’anno per intervenire nel risarcimento dei danni provocati da sette eventi sismici accaduti tra il 1968 e il 2009. Si tratta di risorse che avrebbero potuto essere impiegate ex ante, per prevenire i danni – salvando così anche vite umane – piuttosto che solo per la ricostruzione ex-post. Fondamentale, quindi, l’operazione “Casa Italia”, ma, in un disegno di riforma strutturale, è necessario considerare anche il ruolo importante che le assicurazioni possono svolgere in quanto efficienti gestori dei rischi, come dimostrano le esperienze di numerosi Paesi esteri che da tempo hanno fatto la scelta di un sistema regolamentato misto, pubblico-privato.

 

Senza entrare nel merito delle soluzioni tecniche realizzate, quello che emerge chiaramente da tali esperienze è il contributo che può fornire l’industria assicurativa. Primo. Maggiore certezza, rapidità e trasparenza nei risarcimenti. Si tratta di un aspetto cruciale per consentire la ripresa rapida delle attività – economiche e non – nelle zone colpite da calamità. Secondo. Un’attenzione particolare rivolta alla prevenzione: l’assicurazione, per determinare il prezzo della copertura, valuta attentamente il rischio, incentivando l’adozione di misure e di comportamenti improntati alla prevenzione. Ovviamente, il ruolo di protezione che le assicurazioni svolgono non è limitato ai soli rischi catastrofali, ma si estende ai tanti rischi cui imprese, famiglie e cittadini sono esposti: basti pensare alla protezione della salute, del risparmio, della casa.

 

E’ importante considerare che una maggiore diffusione dell’assicurazione in Italia contribuirebbe a rendere il paese meno vulnerabile, più protetto e solido. Famiglie e imprese avrebbero i mezzi per ripartire dopo aver subito un danno importante e potrebbero impiegare in maniera più efficiente gli eventuali risparmi disponibili, spesso mantenuti liquidi per far fronte a rischi futuri. L’industria assicurativa italiana è pronta a lavorare con le Istituzioni e gli altri interlocutori per identificare le soluzioni e gli assetti che possono garantire una più efficiente gestione dei rischi e rafforzare la stabilità della ripresa.

 

 

Mariabianca Farina è presidente di Ania (associazione nazionale fra le Imprese Assicuratrici)

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