John Elkann (foto LaPresse)

Lezione dalla migrazione degli Agnelli

Redazione
Exor, la finanziaria che controlla Fca, Ferrari, Cnh, Partner Re, l’Economist e Juventus, porta in Olanda la sede legale e fiscale. Serve importare un sistema di diritto favorevole alle imprese globalizzate.

Mentre qui si sogna di accogliere istituzioni e aziende inglesi profughe della Brexit, Exor, la finanziaria degli Agnelli che controlla Fca, Ferrari, Cnh, Partner Re, l’Economist e Juventus, porta in Olanda la sede legale e fiscale. Mossa in linea con quanto già fatto dalle controllate che però hanno la sede fiscale in Gran Bretagna. Exor annuncia anche l’apertura ad azionisti come Bill Gates, Jacob Rothschild, Nassef Sawiris, il top del capitalismo mondiale, mica investitori speculativi o attivisti. Avviso ai moralisti: le tasse sul fatturato in Italia, che è già oltre il doppio dell’era pre-Marchionne, andranno ancora al fisco italiano. Gli utili a monte seguiranno invece il diritto olandese che non prevede imposte su dividendi e profitti ottenuti all’estero.

 

L’Olanda inoltre ha un diritto societario favorevole a fusioni, acquisizioni, sfruttamento e scambio di brevetti. Questo ha già attirato 80 dei 100 maggiori gruppi mondiali quali Ikea, Boeing, Disney, Prada, Gucci. Caso diverso dall’Irlanda, che pur nella crisi ha difeso l’aliquota d’impresa al 12,5 per cento e un costo del lavoro di metà della media europea, un terzo dell’Italia. Risultato: pil alle stelle, debito all’80 per cento, reddito pro capite tornato sopra quello inglese. E anche se la California ha l’imposta societaria all’8,8 per cento, 700 aziende hi-tech compresa Google hanno base a Dublino. Tutto questo gli strateghi del fisco italiano, i politici, i sindacati, le burocrazie e magistrature varie lo sanno benissimo. E da tempo promettono il tax ruling, un patto semplificatorio e fiscale per chi investa da noi. Il mondo però intanto gira e i risultati si vedono.

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