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Il corsaro Niel esce da Telecom

Redazione
I disinvestimenti colpiscono la telco di Cattaneo invisa al governo.

Telecom Italia ha sofferto una brutta seduta di Borsa in seguito alla comunicazione del disinvestimento progressivo dalla compagnia telefonica da parte di Xavier Niel, fondatore della francese Iliad, e a indiscrezioni dalle sale operatve circa un’alleggerimento della posizione pure da parte della banca d’affari americana JP Morgan. In una giornata segnata dalla volatilità e dall’abbattimento dei valori dei titoli bancari – a eccezione di Mps che ha recuperato o dai minimi storici toccati lunedì e martedì – spicca il meno 10,8 per cento di Telecom il cui titolo è stato anche sospeso nelle prime battute delle contrattazioni.

 

L’imprenditore francese aveva comunicato martedì che in date non conosciute aveva smobilitato posizioni in opzioni per circa 200 milioni di euro annunciando che nelle a breve uscirà del tutto. A dare carburante alle speculazioni c’è la conferma dell’intenzione di Niel di entrare nel mercato italiano della telefonia mobile attraverso l’acquisto degli asset (torri, frequenze, negozi, clienti) che la russa VimpelCom (Wind) e la cinese Hutchison (3 Italia) dovranno cedere per ottenere l’approvazione dell’Ue alla fusione che stanno inseguendo da tempo per diventare il quarto operatore mobile d’Italia. Iliad contende gli asset alla svizzera Fastweb. Alcuni analisti dicono che Iliad importerebbe un’aggressiva politica di prezzo se arrivasse in Italia. Tuttavia non è una questione immediata: si parla di otto mesi di tempo, senza contare che la guerra dei prezzi “cheap” vista in Francia tra Iliad e France Telecom in Italia è già avvenuta; a inaugurarla fu soprattutto 3 Italia. Sullo sfondo resta il fatto che la Telecom guidata da marzo dall’ad Flavio Cattaneo non è nelle grazie del governo che ha assegnato a Enel l’infrastrutturazione della banda ultralarga.

 

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