Il presidente della Bce Mario Draghi (foto LaPresse)

Un altro colpo al tabù del 2 per cento

Redazione
Nella Bce s’avanza una mozione per spingere insù l’inflazione

Erkki Liikanen, uno dei più longevi membri del Consiglio della Banca centrale europea, ha detto che l’Istituto di Francoforte potrà superare l’obiettivo di inflazione del 2 per cento per un certo periodo di tempo, vista la lunga stagnazione dei prezzi. Liikanen, banchiere centrale finlandese, segnala, finalmente a viso aperto, la volontà della Bce di superare, come indicazione di policy, la consuetudine di restare “sotto ma vicino al 2 per cento” come target d’inflazione per l’Eurozona. Liikanen non è né falco né colomba (per quanto questa caratterizzazione abbia perso valore in tempi di politiche monetarie molto espansive) ma da “centrista”, come segnala Bloomberg, può permettersi di forzare un tabù della politica monetaria messo finora in discussione in primis da economisti e accademici.

 

In realtà, il belga-tedesco Peter Praet, membro del Comitato esecutivo e capo economista della Bce, aveva già parlato della necessità di un cambiamento di postura: “Dovremo definire il ‘medio termine’ in maniera tale che se il tasso d’inflazione è stato a lungo sotto il 2 per cento, allora sarà sopra il 2 per cento per un po’ di tempo”, in gergo praticare l’“overshooting”. Come a prospettare – scrivemmo in aprile – la rottamazione, pur temporanea, della soglia del 2 per cento d’inflazione, che è uno standard delle grandi Banche centrali, così da aiutare l’aggiustamento dei prezzi e, in senso più strategico, contrastare la tendenza deflazionistica dell’Eurozona. E’ probabile che dichiarazioni di questo tipo motiveranno una reazione tedesca contraria, con relative resistenze anche nel board Bce. Ma l’argine è incrinato e può indicare la volontà di ulteriori stimoli.

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