Renzi epigono moderno di Machiavelli. Ora non ceda alle sirene dei burocrati

Gianni Castellaneta
“Non dichiariamo guerra, ma sulla legge di Stabilità non siamo al discount”, dice Renzi. Detto ciò, prendere di petto Bruxelles e Berlino ha senso? Un girotondo di opinioni

    Quella di Matteo Renzi che muove guerra all’Europa è una lettura forse coinvolgente per il grande pubblico, ma che non rende piena giustizia al nostro presidente del Consiglio. Il quale, al netto dei toni forti, ha capito più di tanti altri che in una fase complessa per l’Unione europea l’Italia non possa né rigettare in toto l’architettura comunitaria né adagiarsi mollemente. Renzi incarna l’equilibrio dinamico, e da epigono moderno di Machiavelli sa anche che non può far conto solo su colpi di reni episodici, ma ha bisogno di una paziente navigazione tra Bruxelles e Strasburgo. Stando attento alle sirene delle burocrazie europee, che sono abilissime a lusingare chi non è legato da un patto d’acciaio al proprio governo.

     

    Quanto ai dossier a cui imprimere maggiore velocità, sicuramente unione bancaria e finanziaria sono dei tasselli fondamentali per evitare asimmetrie e sospetti reciproci e scambi di accuse all’interno dell’Unione, di cui abbiamo avuto un assaggio con la gestione delle quattro banche popolari a fine novembre.

     

    Gianni Castellaneta, Presidente del cda di Sace, già Ambasciatore d’Italia presso gli Stati Uniti d’America