Mario Draghi (foto LaPresse)

Perché la ripresa europea non può che passare per le banche

Andrea Montanino
Il cammino della ripresa economica in Europa resta un "work in progress", mentre il presidente della Banca centrale europea (Bce), Mario Draghi, sta ancora afffrontando alcune eredità della recessione del 2008.
Il cammino della ripresa economica in Europa resta un "work in progress", mentre il presidente della Banca centrale europea (Bce), Mario Draghi, sta ancora afffrontando alcune eredità della recessione del 2008. Una delle sfide più importanti per l'economia del nostro continente rimane quella dei cosiddetti Non-Performing Loans (NPLs), ovvero i prestiti non performanti.

 


Questa infografica è pubblicata anche sul sito dell'Atlantic Council


 

Questi NPL continuano a costituire un ostacolo alla disponibilità del credito in tutta Europa, e a loro volta mettono a rischio la crescita economica. Uno degli obiettivi della Bce, invece, è quello di facilitare i prestiti. Per raggiungere tale obiettivo, la Bce ha utilizzato strumenti monetari e un programma ambizioso di Quantitative easing (Qe). Fortunatamente, gli ultimi dati indicano che la ripresa economica è in corso. Ciò nonostante, ci sono ancora delle misure da intraprendere, visto che gli NPL limitano le spinte positive generate dal Qe riguardo la disponibilità dei crediti.

 

Calcolando la quantità di prestiti non performanti in percentuale rispetto al pil, da prima dell'inizio della crisi a oggi, è evidente come i NPL siano oramai pari a una quota importante delle economie di certi paesi. I prestiti non performanti sia in Italia sia in Spagna si attestano appena oltre il 10 per cento del pil di ciascun paese, mentre va anche peggio per la Francia.

 

Sebbene siano stati compiuti progressi importanti sulla strada del risanamento dell'economia europea, rimangono ostacoli sul sentiero della crescita. Gestire il dossier dei prestiti non performanti  per assicurare il flusso di credito all'economia europea è un primo passo nella giusta direzione.

 

Andrea Montanino è direttore del Global Business and Economics program dell'Atlantic Council; Nico Catano è ricercatore presso lo stesso think tank