Alexis Tsipras (foto LaPresse)

Come funziona l'ultima offerta ad Atene

Redazione
Tsipras deve scegliere se fare il pragmatico o la guerra ideologica

Donald Tusk ieri ha inviato al governo di Alexis Tsipras il messaggio più chiaro da parte dei creditori europei, da quando in febbraio è ripresa la crisi greca. “Non c’è più spazio per i giochi d’azzardo. Sta arrivando il giorno in cui qualcuno dirà game over”, ha avvertito il presidente del Consiglio europeo. Ma è toccato al Fondo monetario internazionale dichiarare la fine dei giochi di Tsipras, lasciando il tavolo dei negoziati tecnici tra i creditori e il governo di Atene, nel momento in cui il premier greco tentava l’ultimo bluff con il presidente della Commissione Juncker. “Ci sono differenze maggiori in gran parte dei settori chiave”, ha spiegato il portavoce del Fmi, annunciando la partenza della sua squadra da Bruxelles: “Non ci sono stati progressi”. Certo, il “Fmi non abbandona mai il tavolo”, ma “la palla è definitivamente nel campo greco”. Tradotto: sul tavolo c’è un’ultima offerta. Prendere o lasciare.

 

I creditori hanno fatto concessioni impensabili cinque mesi fa: 1 per cento di avanzo primario contro il 3,5 inizialmente richiesto e l’ipotesi di un prolungamento del programma di aiuti per 9 mesi. Ma in cambio chiedono un minimo di serietà, perché non è ammissibile mandare funzionari pubblici in pensione anticipata a 56 anni o mantenere un’infinità di aliquote minime ed esenzioni Iva. L’ultimatum scade il 18 giugno al prossimo Eurogruppo. Tocca a Tsipras decidere se vuole essere un leader pragmatico, determinato a salvare la Grecia dal default e dal pericolo di un’uscita dall’euro. Oppure se intende condurre la guerra ideologica di Syriza fino in fondo, condannando i greci alla miseria e la zona euro a un po’ di turbolenze.