Una filiale dell'Enel in Slovacchia

Cosa fa Enel in Slovacchia?

Gabriele Moccia
Renzi ha scelto il gruppo energetico italiano per il suo ambizioso piano sulla banda ultralarga? Enel intanto sembra essersi impelagata nella baruffa politica del piccolo stato europeo sulla vendita di Slovenske Elektrarne. Una saga industriale dalla quale vuole uscire.

In barba alla disciplina sugli aiuti di stato e all'intervento pubblico nell'economia, c'è un paese in Europa che non teme affatto di buttarsi mani e piedi negli affari economici che lo riguardano più o meno direttamente. Da qualche tempo, infatti, il governo slovacco ha ingaggiato un vero braccio di ferro con il gruppo Enel per il controllo del campione energetico nazionale, la Slovenske Elektrarne. Dossier sconosciuto ai più, ma che in realtà ha visto impegnato da subito il nuovo amministratore delegato di Enel, Francesco Starace.

 

Da un lato il premier slovacco Robert Fico, che vuole riprendersi in mano la Slovenske e che non le ha mandate a dire in questi mesi alla controparte italiana: accusando pubblicamente sulla stampa locale "gli amici italiani“ di non volersi più assumere le loro responsabilità, di aver fatto lievitare i costi di alcuni impianti e progetti. Dall'altro lato, c'è il riservato capo azienda del gruppo italiano che ancora di recente ha confermato agli analisti di essere intenzionato a vendere gli asset slovacchi (ma sembra di capire con attenzione e cautela), in linea con le nuove direttrici strategiche che vogliono Enel più concentrata sui mercati del sud America (vedi anche i piani di uscita dal Portogallo).

 

Quanto ai rapporti con il governo slovacco, Starace ha chiarito, "ci siamo incontrati tante volte e il processo sta andando bene, siamo positivi sull'evoluzione della saga Slovenske". Diplomazia economica al lavoro, tanto che alcuni parlano di pace sì, ma armata. Bratislava sembra avere ancora il coltello dalla parte del manico e non si fa problemi ad utilizzarlo. Già a gennaio, secondo quanto riportato da Bloomberg, la sede Enel locale aveva subito 'strane' perquisizioni ad orologeria da parte della polizia slovacca che si è concentrata sull'impianto idroelettrico di Gabčíkovo. Il capo della polizia slovacca, Tibor Gaspar, si è affrettato a dichiarare che il raid della polizia serviva solo a raccogliere ulteriori prove e documentazione, ma pochi giorni prima delle perquisizioni proprio il premier Fico, sulla televisione nazionale, aveva attaccato duramente Enel.

 

[**Video_box_2**]"Slovenske Elektrarne ed Enel si rifiutano di fornirci informazioni supplementari che ci consentano di determinare se la distribuzione di profitti dall'impianto sia giusta o ingiusta per lo stato",  ha ricordato Fico, che ha poi sostenuto come Gabčíkovo sia stata di fatto "donata" dall'ex primo ministro Dzurinda ad Enel, sotto "condizioni svantaggiose e contrarie al diritto internazionale". La partita, dunque, sembra tutta politica e il gruppo italiano ci è finito proprio nel mezzo. Il 2016 è anno di elezioni parlamentari, decisive per consolidare l'ascesa politica del socialista Fico, giovane rampante che è riuscito a strappare il timone alla vecchia guardia del potere slovacco, tra i quali proprio quel Mikuláš Dzurinda, leader cattolico-conservatore, per due mandati dal 1998 al 2006 a capo del governo di Bratislava. Serve, quindi, una prova di forza muscolare che marchi le differenze dalle passate leadership. C'è poi il tema energetico. Fico è impaziente di riprendersi in mano le centrali nucleari slovacche perché la posizione anti-putiniana assunta in questi mesi dopo l'annessione della Crimea – insieme a Polonia, Repubblica Ceca e Ungheria, la Slovacchia forma il gruppo di Visegrad – ha esposto il suo paese a pesanti rappresaglie da parte dei Gazprom, che potrebbe benissimo tagliarli le forniture.

 

Gli analisti parlano di minacce più o meno velate dal Cremlino che hanno costretto Fico a partecipare, alcuni dicono controvoglia visto che il presidente della Repubblica slovacca aveva già declinato l'invito, alle recenti celebrazioni a Mosca per la vittoria alleata nella Seconda guerra mondiale. Una pressione crescente, che il premier slovacco sta scaricando internamente sulla vicenda Slovenske Elektrarne e su Enel.

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