L'ex ministro Elsa Fornero (foto LaPresse)

“I giudici fanno politica sulle pensioni. Ci mettano la faccia”

Marco Valerio Lo Prete
La Consulta boccia (un po’) la Fornero. L’economista Puglisi (Italia Unica): sentenza “risicata e statalista, certo anti contribuenti”.

Roma. Docente di Scienza delle finanze all’Università di Pavia; economista che da qualche mese partecipa al movimento Italia Unica dell’ex banchiere Corrado Passera; critico puntiglioso (tra Twitter e talk-show) della politica economica renziana. Riccardo Puglisi, in queste ore, ti aspetteresti di trovarlo nel gruppone di quanti – dopo la sentenza della Consulta che ha dichiarato incostituzionale il blocco biennale delle rivalutazioni per le pensioni superiori a tre volte la minima deciso dal governo Monti nel 2011 – si sono seduti sulla riva del fiume ad aspettare il cadavere del governo. Come faranno Renzi e i suoi a fare fronte a un buco di 10-13 miliardi di euro nelle finanze pubbliche? Oppure di vederlo in compagnia tra i prof. che brandiscono la Costituzione contro le leggerezze dei tecnici. Invece no, Puglisi irride chi si nasconde dietro il brocardo “le sentenze sono insindacabili” e in una conversazione con il Foglio contrattacca.

 

Punto primo: “La decisione sarebbe stata presa dopo che era stata raggiunta la parità nella votazione dei giudici, sei contro sei. Decisivo quindi è stato il voto del presidente della Corte, Alessandro Criscuolo. Mentre da altre indiscrezioni di stampa si apprende che Giuliano Amato, già ministro del Tesoro e presidente del Consiglio, unico giurista quindi ad avere pure una seria esperienza di governo alle spalle, avrebbe votato contro questa decisione – dice Puglisi – Una sentenza così risicata che segnale manda all’esterno? Come spiegarla ai miei tanti interlocutori stranieri? Da un certo punto di vista, ci fosse stata l’unanimità, pure nell’errore, sarebbe stato meglio. Un filo più tranquillizzante”. Ancora sul metodo, poi: “In una decisione, a maggior ragione se così incerta, sarebbe utile conoscere chi ha votato cosa. Non ci vuole il sistema americano, pure in Germania e in Europa ormai si pubblicizzano le opinioni minoritarie e dissenzienti”.

 

[**Video_box_2**]Il giudizio dell’economista è negativo anche sul merito della decisione. “La Corte lamenta l’assenza di sufficiente ‘documentazione tecnica’ sugli effetti contabili del blocco della perequazione deciso dal governo Monti. Eppure c’era una relazione di accompagnamento al decreto Salva Italia con le stime sugli effetti del blocco. Poi ancora altre stime sul sito del Parlamento visto che la misura fu emendata. Strano inoltre che la Corte non abbia presente la situazione di tracollo finanziario dell’Italia di quelle settimane”. Last but not least, la sentenza per Puglisi si configurerebbe come “l’apoteosi del diritto acquisito”: “Sui 300 miliardi di euro di bilancio annuale dell’Inps, i contributi dei lavoratori ammontano a circa 200 miliardi, mentre lo stato ci mette altri 50 miliardi per pagare le pensioni. Nell’attuale sistema che resta pur sempre a ripartizione, infatti, le pensioni erogate oggi non sono finanziate dai contributi versati in passato da quelle stesse persone. Gli assegni per i pensionati sono finanziati dai contributi versati oggi da altri lavoratori. Se la Consulta dice che il governo deve tenere in maggior considerazione l’articolo 38 della Costituzione sull’adeguatezza dei trattamenti pensionistici e l’articolo 36 sul giusto salario, e che quindi non può calmierare l’esborso pensionistico oggi, allo stesso tempo sta dicendo al contribuente odierno: ‘Tu devi pagare di più!’. Perciò la Corte fa politica. Politica statalista, aggiungo, resuscitando concetti sraffiani come il salario – oggi la pensione – variabile indipendente”.

 


   

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