Un ufficio postale francese

La raccomandata puoi farla al supermercato. Botta di liberismo (forse) alle Poste francesi


Luciano Capone
A breve in Francia si potrà andare a spedire una cartolina o fare una raccomandata vicino al banco della frutta o al reparto surgelati.

A breve in Francia si potrà andare a spedire una cartolina o fare una raccomandata vicino al banco della frutta o al reparto surgelati. Il Parisien e il Figaro hanno parlato di un piano de La Poste, il colosso postale statale francese, che prevede la chiusura di circa 7mila uffici entro il 2020 in città medie e grandi e per sostituirli con punti vendita all’interno dei supermercati. La società ha negato le cifre sulle chiusure, ribadendo la centralità della sua rete per i servizi bancari, ma più che di una smentita si tratta di una mezza conferma, visto che non è stata negata la possibile apertura dei punti vendita all’interno dei supermercati (che ovviamente sarebbero inutili se aggiuntivi agli uffici ora attivi). Il progetto esiste e prevede che possa essere il personale all’interno dei supermarket a fornire servizi postali tradizionali (e in calo rispetto al passato) come corrispondenza, pagamenti e raccomandate, mentre sarebbero esclusi i servizi bancari. I consumatori avrebbero il vantaggio di poter fare alcune operazioni senza doversi recare appositamente in un ufficio postale e di avere orari più estesi, coincidenti con quelli dei supermercati. Mentre per la società il guadagno sarebbe tutto sul lato dei costi, dato che già la Cour de Comptes (Corte di Conti) aveva segnalato negli anni scorsi 7mila uffici in eccesso, la stessa cifra ora rilanciata dai quotidiani. Un’operazione del genere consentirebbe alla società un risparmio di 500milioni nei prossimi anni.

 

La ristrutturazione della presenza territoriale non andrebbe ad intaccare quello che viene definito “servizio universale”, in quanto il taglio degli uffici superflui non riguarderebbe i piccoli centri ma solo le zone urbane, dove la presenza di uffici è eccessiva: attualmente l’85 per cento dei residenti urbani ha un ufficio postale a meno di 500metri da casa, percentuale che per la città di Parigi sale al 96 per cento, quando invece la legge richiede una presenza minima entro i 5 chilometri.

 

[**Video_box_2**]La spinta alla ristrutturazione della rete postale non viene solo dalla necessità di contenere i costi, ma anche dalla rivoluzione tecnologica degli ultimi anni che ha trasformato completamento il ruolo delle Poste e delle sue attività tradizionali, come lettere, cartoline e raccomandate. Alcuni servizi vengono lasciati a chi può svolgerli in maniera più efficiente, mentre la Post si lancia in altri a cui in passato non aveva minimamente pensato, come la consegna a domicilio di generi alimentati (qualcosa che prima facevano solo i supermercati), trasporto di medicinali, raccolta di carta riciclabile e addirittura con la nuova legge Macron i postini potranno essere impiegati per gli esami di rilascio delle patenti di guida. L’ipotesi di ristrutturare la rete postale, o di estenderla in maniera più capillare e meno costosa attraverso i supermercati e i centri commerciali, arriva anche sull’onda liberalizzatrice del ministro dell’Economia Emmanuel Macron in un paese dove sono forti la presenza statale, le imbardature burocratiche e per forza di cose le resistenze al cambiamento verso un’economia più aperta. I sindacati sono già sul piede di guerra. “Viene messo in discussione il servizio pubblico”, “Nell’ufficio postale c’è un rapporto di fiducia con gli sportellisti che non ci sarebbe nei supermercati”, “Ritirare una raccomandata dove si comprano frutta e verdura non è la stessa cosa che andare in un ufficio postale”. Gli ingredienti ci sono tutti per far scattare il tic statalista francese che dice: “È colpa del liberismo!”.

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  • Luciano Capone
  • Cresciuto in Irpinia, a Savignano. Studi a Milano, Università Cattolica. Liberista per formazione, giornalista per deformazione. Al Foglio prima come lettore, poi collaboratore, infine redattore. Mi occupo principalmente di economia, ma anche di politica, inchieste, cultura, varie ed eventuali