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Uber, parte l'offerta della galassia Softbank

Onelia Onorati

Battaglia per la nuova mobilità urbana. Masayoshi Son risponde all'alleanza Lyft-Alphabet

Roma. A distanza di qualche settimana dall’accordo Lyft-Alphabet, gli americani di Uber, leader nel trasporto privato, ricevono l’interesse del gruppo di Tlc giapponese Softbank per circa 10 miliardi di dollari. Ora anche Uber ha guadagnato il sostegno di un partner forte come il rivale Lyft, che ha recentemente ottenuto da Alphabet un miliardo di dollari. Si tratta di un pool di investitori interessati a rilevare una partecipazione iniziale per un miliardo di dollari, con a capo la società giapponese Softbank e composta da una serie di altri soggetti come Dragoneer. A questa prima iniezione seguirebbero poi altri 9 miliardi per rilevare una bella fetta della società americana.

  

Certo, la conditio sine qua non è che i proprietari di Uber accettino di buon grado la proposta, che valuta l’azienda 70 miliardi di dollari. È comunque una rivincita per Uber, considerando la campagna a colpi di tribunale inferta negli ultimi mesi. Prima il tentativo di interdizione dal Regno Unito con l’accusa di coprire le violazioni degli autisti e di usare trucchetti anti pattuglia. Poi la sentenza del Tribunale d’appello del lavoro di Londra, che condanna Uber a pagare gli straordinari ad alcuni autisti, giuridicamente a metà tra lavoratori dipendenti e autonomi con il pericolo di class action in vista.

  

Ma i buoni propositi dei giapponesi seguono anche l’annuncio del ceo di Uber Jeff Holden per un nuovo servizio di trasporto aereo on demand, con i primi voli dimostrativi su Los Angeles, Dallas e Dubai a partire dal 2020. Per ora, gli azionisti hanno un mese di tempo per valutare la proposta del gruppo del miliardario Masayoshi Son, il "re dei chip", determinato a portarsi a casa una partecipazione fino al 14 per cento, ma a solo a patto che la scalata sia considerata amichevole.

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