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Il governo della Catalogna in prigione

Eugenio Cau

Un giudice della Audiencia Nacional spagnola ha ordinato il carcere per otto membri del Govern. Puigdemont e altri quattro ex ministri rimangono a Bruxelles

La giudice della Audiencia Nacional spagnola, Carmen Lamela, ha ordinato la carcerazione preventiva senza cauzione e senza condizionale per otto membri del governo catalano deposto, accusati di ribellione, sedizione e malversazione di denari pubblici.

 

Tra i membri del governo vi sono Oriol Junqueras, l’ex vicepresidente, e sette degli ex ministri catalani, tra cui spiccano Jordi Turull, capo di gabinetto, Raül Romeva, ministro degli Esteri, Joaquim Forn, ministro degli Interni. La figura di Junqueras, in particolare, è importante: oltre che il vice di Carles Puigdemont, l’ex vicepresidente è anche il segretario di Erc, il partito indipendentista con più voti di tutta la Catalogna.

 

La giudice Lamela ha così accolto le richieste espresse dalla procura spagnola, secondo cui se i membri dell’ex governo fossero rimasti in libertà ci sarebbe stato un alto rischi di reiterazione del delitto, distruzione delle prove e rischio di fuga.

 

Sfuggono alla prigione, ovviamente, il presidente deposto Carles Puigdemont e altri quattro ex ministri, tutti rifugiati a Bruxelles in attesa che il governo spagnolo fornisca loro “garanzie” su un giusto processo. Un ultimo ministro, l’ex responsabile dell’Industria, Santi Villa, ha ricevuto dalla giudice un trattamento diverso: Villa si dimise ventiquattr’ore prima della dichiarazione di indipendenza in dissenso con le decisioni del governo, e dunque la sua posizione è in un certo senso alleggerita. Per questo, la giudice gli ha concesso di evitare la prigione in cambio del pagamento di una cauzione di 50 mila euro.

 

La procura, inoltre, ha chiesto un mandato di arresto nazionale e internazionale per Puigdemont e i quattro ministri a Bruxelles. Nel caso in cui il mandato fosse emesso, un giudice belga dovrà decidere se concedere alla Spagna l’estradizione dei cinque politici catalani.

 

La strategia giudiziaria di Madrid ha un altro corno, che è quello delle accuse mosse contro Carme Forcadell, ex presidente del Parlamento di Barcellona, e i cinque membri della “Mesa del Parlament”, l’organo legislativo che la settimana scorsa ha deciso di mettere all’ordine del giorno la dichiarazione d’indipendenza della Catalogna. Questi cinque parlamentari non saranno giudicati dall’Audiencia Nacional ma dal Tribunale supremo, poiché detengono ancora cariche istituzionali. Forcadell e gli altri membri della “Mesa” dovranno presentarsi davanti al Tribunale il prossimo 9 novembre, ma intanto ieri la procura ha ottenuto che i sei siano messi sotto il controllo della polizia: dovranno fornire alle autorità l’indirizzo di casa loro e un numero di telefono cellulare per essere localizzati in qualunque momento.

  • Eugenio Cau
  • E’ nato a Bologna, si è laureato in Storia, fa parte della redazione del Foglio a Milano. Ha vissuto un periodo in Messico, dove ha deciso di fare il giornalista. E’ un ottimista tecnologico. Per il Foglio cura Silicio, una newsletter settimanale a tema tech, e il Foglio Innovazione, un inserto mensile in cui si parla di tecnologia e progresso. Ha una passione per la Cina e vorrebbe imparare il mandarino.