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Madrid rimpicciolita

Angela Nocioni

L’amministrazione locale della Catalogna si è mangiata gli incarichi pubblici. 155 difficile da applicare

Roma. S’è ristretta nel tempo la presenza dello Stato centrale in Catalogna. Quanti sono oggi gli impiegati pubblici dipendenti dello stato nella regione autonoma? Il 9 per cento del totale. Pochi. Per la maggior parte impiegati nelle ultime roccaforti di Madrid in Catalogna: l’area della Sicurezza sociale e l’Industria. Negli ultimi 11 anni l’amministrazione statale ha perso 5.000 dipendenti, tutti posti occupati ora da persone assunte e pagate dalla comunità autonoma.

 

Come farà Madrid ad applicare con agio l’articolo 155 della Costituzione, nella sua versione drastica, ma anche in quella più leggera? Come farà a intervenire a Barcellona con impatto pratico reale se la macchina dell’amministrazione pubblica è tutta in mano al potere locale, occupato dagli indipendentisti? Il potere centrale s’è fatto da parte in Catalogna. Lo Stato s’è rimpicciolito. Tratta oggi, tratta domani, i governi del Partito popolare come quelli del Partito socialista hanno fatta marcia indietro rispetto all’amministrazione autonoma che, piano piano, s’è presa tutto il potere capillare, reale, quello fatto di burocrati e impiegati pubblici. Ora le tornano utilissimi. Perché anche se i dirigenti pubblici dell’amministrazione catalana non sono tutti ciechi seguaci del governatore Puigdemont e degli altri indipendentisti, non è facile per Madrid prendere in mano Barcellona brandendo il non amato 155 se le persone che devono concretamente applicarlo dipendono nel 91 per cento dei casi dall’amministrazione locale.

 

Il Bollettino statistico del personale al servizio dell’amministrazione pubblica è un manuale utile per capire come lo stato s’è assottigliato in Catalogna, la sua lettura offre un’idea della fattibilità della guerra in corso. Prendiamo i dati sulla Polizia nazionale, la Guardia civile e i Mossos d’Esquadra, questi ultimi gestiti dalla comunità autonoma. Nel 2009 le forze dell’ordine in servizio in Catalogna dipendenti dallo stato centrale erano 6.565. I Mossos 15.310. Quest’anno i primi risultano essere 5.900, i secondi 17.000. La diminuzione dei rappresentanti delle forze di sicurezza stradale nella regione ha creato un problema evidente il primo d’ottobre, il giorno del referendum. Madrid ha spedito 6.000 uomini e non sapeva nemmeno dove farli dormire. Anche la presenza dell’esercito è proporzionalmente inferiore che in altre regioni più piccole e meno popolate. In Catalogna ci sono 2.000 uomini dell’esercito. Rispetto alla vastità del territorio e al numero di abitanti, è una presenza molto molto minore che in Navarra, dove ce ne sono 700, in Cantabria o a La Rioja.

 

L’amministrazione autonoma catalana impiega 168 mila persone: 74.392 sono docenti non universitari, 40.000 lavorano nella Sanità, 7200 amministrano la Giustizia, 29.000 dipendono dai vari assessorati, 17.000 sono i Mossos. Numeri molto maggiori di quelli dell’amministrazione centrale che dà lavoro a 26.000 persone: 11.000 dipendenti di ministeri, 6.000 alle forze di sicurezza dello stato, 2.000 amministratori della giustizia, altri 2.000 alle forze armate, 1.600 lavoratori di varie agenzie statali e altri piccoli sottogruppi per un totale di 3.156.

 

La grande forza della generalità catalana è fotografata dal suo bilancio annuale e dalla quantità di denaro dedicata agli stipendi del personale. Quest’anno il bilancio del governo autonomo è di 28 miliardi e 310 milioni di euro. La parte che esclude piani di spesa annuali finanziati da denaro statale è di 24 miliardi e mezzo. Agli stipendi del personale dell’amministrazione autonoma sono riservati 10 miliardi di euro. I debiti: secondo dati del Banco de España i debiti del governo catalano a giugno 2017 erano di 76 miliardi di euro e 727 milioni, pari al 35,4 per cento del prodotto interno lordo.

 

La presa sui magistrati

Anche nell’amministrazione della Giustizia la presenza statale è ridotta al minimo. Secondo i dati del Consiglio generale del potere giudiziario, in Catalogna ci sono oggi 842 giudici e magistrati. Dipendono formalmente solo ed esclusivamente dal potere giudiziario centrale. E’ a Madrid, per esempio, che spetta all’occorrenza giudicarli. Ciò nonostante le sedi di lavoro e tutti mezzi materiali di cui devono disporre per lavorare dipendono dall’amministrazione autonoma, quindi il loro lavoro quotidiano è impossibile senza la collaborazione della Generalitat.

 

La Centrale sindacale indipendente dei funzionari del ministero di giustizia ha segnalato a El País che la presa del governo autonomo da parte degli indipendentisti è coincisa con un congelamento delle assunzioni a lungo termine nel settore Giustizia. Secondo il sindacato, la Generalitat preferisce non mettere a concorso 500 posti vacanti, assegnati dal 2016 dal ministero di Giustizia come posti di impiego pubblico offerti in Catalogna, perché i funzionari di giustizia, ossia quei 500 assunti se i posti venissero messi a concorso, sarebbero assegnati al corpo statale. Mentre gli “interinos” dipendono direttamente dall’amministrazione autonoma. Sono 42 mila i lavoratori nel settore della Giustizia in Catalogna in questa condizione, 12.552 dei quali con contratti a tempo.