Sebastian Kurz (foto LaPresse)

In Austria vince Kurz, ma (a sorpresa) il centrosinistra tiene: testa a testa con l'ultradestra

Redazione

I popolari avanti, secondo posto conteso dall'ex cancelliere socialdemocratico Kern e dal partito anti-immigrati di Strache. I Verdi del presidente Van der Bellen fuori dalla camera bassa

Si sono chiusi i seggi in Austria e, come atteso, i primi exit poll dicono le destre avanzano ma che il centrosinistra è ancora vivo. I dati sanciscono la vittoria del centrodestra guidato dal 31enne Sebastian Kurz. I popolari dell'Övp sono in testa con il 31,6 per cento dei voti, che equivalgono a 62 seggi. Seguono, e questa è la sorpresa, i socialdemocratici del cancelliere uscente Christian Kern al 26,9 (53 seggi). Solo terza l'estrema destra dell'Fpö di Heinz-Christian Strache con il 26 per cento dei consensi (51 seggi). Se questi dati fossero confermati, significherebbe che il bazo in avanti dei liberali di destra non si è concretizzato coi numeri attesi: i popolari guadagnerebbero il 7,6 per cento rispetto al 2013, i socialdemocratici lo 0,2, l'ultradestra il 5,4. Dalla camera bassa scompaiono invece i Verdi (il partito di cui fa parte il presidente della Repubblica Alexander Van der Bellen, che con il 3,8 per cento non supererebbero la soglia di sbarramento del 4 per cento. 

 

Come atteso, sarà necessario creare alleanze per potere formare un nuovo governo. Fino alla vigilia del voto, Kern ha ripetuto più volte di volere stringere un accordo con i popolari per creare un governo di coalizione, la formula che in Austria è stata replicata molte volte dal dopoguerra a oggi. Eppure, i numeri degli exit poll rendono ancora possibile l'ipotesi di un'intesa. Il presidente della Repubblica Van der Bellen, probabilmente spingerà fino all'ultimo nel tentativo di convincere popolari e socialdemocratici per sventare il rischio di un governo coi nazionalisti dell'Fpö. Il ministro dell Finanze, Hans Jörg Schelling, ha dichiarato poco fa alla stampa tedesca che i popolari non hanno preferenze e che tratteranno con chiunque sia disponibile a formare un nuovo esecutivo con l'Övp.

 

Centinaia di sostenitori di Kurz si sono già riuniti al quartier generale di Vienna per preparasi a festeggiare una vittoria che, oltre a decidere le sorti della politica austriaca, potrebbe avere un impatto notevole anche su quella europea, in particolare in tema di immigrazione. "Questa è un'opportunità di vero cambiamento. Accetto la responsabilità con grande umiltà", ha detto il giovane prossimo cancelliere dell'Austria. Proprio sulla gestione delle frontiere, l'attuale ministro degli Esteri austriaco ha sempre avuto posizioni critiche nei confronti dell'accoglienza dei migranti. Kurz ha spinto per la chiusura della rotta balcanica, ha imposto il divieto del burqa, ma ha anche puntato su una politica di “ouverture” attirando persone da altri partiti, con una proposta liberale di taglio delle tasse e di promozione di uno “stato trasparente” contro conflitti d’interesse e corruzione.

 

 

I dati in parte ridimensionano la crescita della destra più estrema dell'Fpö, che era data in un primo momento seconda dopo i popolari. Il risultato migliore mai conseguito dal partito un tempo guidato da Jörg Haider fu quello ottenuto nel 1999, quando arrivò terzo. In questa campagna elettorale, il partito di Strache è riuscito ad approfittare del duro confronto tra i due ex alleati di governo, socialdemocratici e popolari. 

 

L'ipotesi di un'alleanza tra Övp e Fpö potrebbe avere conseguenze anche a livello europeo. Dopo il precedente del 2000, quando si sperimentò in Austria un esecutivo che inglobava i nazionalisti, la reazione degli altri stati Ue fu di ferma condanna. Stavolta invece, Vienna potrebbe trasformarsi giocoforza in un laboratorio politico europeo in cui studiare come i populisti siano in grado di comportarsi - e soprattutto come possano essere controllati dai partiti tradizionali - una volta al governo.

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