G7 Finanze a Bari, l'arrivo dei ministri per l'incontro nel Castello Svevo (foto LaPresse)

La metamorfosi di Schäuble, da mastino tedesco a "grande ottimista" europeo

Luciano Capone

Se l’ostinato cane da guardia dei conti dell’Eurozona si sta trasformando vuol dire che, a 75 anni e con oltre 40 di attività politica alle spalle, la sua carriera non è finita

Roma. “Non condivido questo parere. Credo che il mandato della Bce sia stato rispettato”. Vedere Wolfgang Schäuble, il mastino tedesco dei conti, prendere le parti di Mario Draghi rispetto ai dubbi sulla legittimità del programma di Quantitative easing sollevati dalla Corte costituzionale tedesca, ha fatto notizia. Soprattutto se si va indietro di qualche anno, o anche solo di qualche mese, quando il ministro delle Finanze tedesco era uno dei più feroci critici del presidente della Bce e delle sue decisioni di politica monetaria, accusate non solo di danneggiare i risparmiatori tedeschi ma anche di favorire l’ascesa dei movimenti populisti di destra in Germania.

 

Le critiche di Schäuble erano talmente dure, che in difesa di Draghi nelle vesti di poliziotto-buono corse addirittura il superfalco della Bundesbank Jens Weidmann ricordando ai politici tedeschi di rispettare l’indipendenza della Bce. Non sono mancate altre sportellate tra Schäuble e Draghi, con il primo a criticare le politiche espansive della Bce e il secondo a rispondere in maniera elegante, sapendo che si trattava di polemiche a uso politico interno in vista delle imminenti elezioni. Ora le cose sono cambiate e “il grande ottimista Schäuble”, così lo definisce nell’intervista il quotidiano Handelsblatt, non solo difende la legittimità dell’operato di Draghi ma riconosce che in questi anni la Bce ha dovuto usare tutti i mezzi a disposizione per esercitare il “compito infernale” di realizzare una politica monetaria per tanti paesi diversi.

  

  

Ma nell’intervista al quotidiano finanziario tedesco c’è molto altro di interessante sull’ottimismo di Schäuble per la Germania e l’Europa. Certo, per lui è facile pensare positivo: l’economia tedesca va alla grande, la disoccupazione è bassissima, il bilancio pubblico è in avanzo, il rapporto debito/pil in calo per la gestione oculata della spesa pubblica ma anche grazie alla politica monetaria della Bce che ha abbattuto la spesa per gli interessi, i partiti populisti sono in ritirata, la Cdu va verso l’ennesima riconferma alle prossima elezioni e lo stesso Schäuble con oltre il 60 per cento di gradimento è il leader politico più apprezzato, persino più della cancelliera Merkel.

 

Insomma, le cose vanno talmente bene in Europa che Schäuble può permettersi anche di difendere l’italiano Draghi nel pieno della campagna elettorale tedesca. Per “il grande ottimista” le notizie positive non si limitano solo alla Germania e all’Europa, ma emergono anche da quelle circostanze esterne che sembravano essere una sciagura per la tenuta dell’Eurozona, come il risultato del referendum sulla Brexit nel Regno Unito o l’elezione di Donald Trump in America. La Brexit, che avrebbe dovuto indebolire l’Europa l’ha invece rafforzata, come hanno dimostrato le elezioni in Austria, Francia e Olanda (in attesa dell’Italia, perché tanto in Germania non ci sono pericoli populisti): “La Brexit non ha posto le basi per l’ascesa di Marine Le Pen in Francia ma, al contrario, per la vittoria di Emmanuel Macron”, dice il ministro tedesco. Anche per questo un’Europa forte non deve avere intenti punitivi nei confronti di Londra: “Non dovremmo rendere le cose più difficili per gli inglesi di quanto già lo siano”. Allo stesso modo i primi mesi di Amministrazione Trump hanno dimostrato, nonostante i preoccupanti annunci e le cattive intenzioni, che la divisione dei poteri negli Stati Uniti funziona molto bene e che “il presidente americano, nonostante il suo immenso potere, non può fare come gli pare”. Così da convinto atlantista Schäuble, se da un lato dice che l’Europa ha bisogno di rafforzarsi e trovare maggiore autonomia, dall’altro ricorda che non può fare a meno dell’alleanza con gli Stati Uniti per risolvere le crisi globali.

  

Se l’ostinato cane da guardia dei conti dell’Eurozona si sta trasformando nel “grande ottimista” vuol dire che, a 75 anni e con oltre 40 di attività politica alle spalle, la carriera di Schäuble non è finita. Chiuso con successo il secondo mandato da ministro delle Finanze tedesco, si aprono nuove possibilità per un ruolo in Europa, magari proprio come futuro ministro delle Finanze europeo.

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  • Luciano Capone
  • Cresciuto in Irpinia, a Savignano. Studi a Milano, Università Cattolica. Liberista per formazione, giornalista per deformazione. Al Foglio prima come lettore, poi collaboratore, infine redattore. Mi occupo principalmente di economia, ma anche di politica, inchieste, cultura, varie ed eventuali