Denis Cuspert in un frame di un video pubblicato su YouTube

La spia che è scappata con il terrorista, e il giorno preciso in cui s'è pentita

Paola Peduzzi

La fuga a Raqqa con il rapper jihadista, il ritorno a casa

Milano. Il giorno in cui capisci che ti sei sbagliata, ma di tantissimo, e vorresti che il tempo tornasse indietro, non di molto, qualche settimana, giusto il tempo di evitare questo errore pazzesco, e scrivi a un tuo amico e confessi di aver fatto un casino, e sai che la pagherai cara ma vuoi soltanto scappare lontano dallo sbaglio, ora subito, se passo il resto della mia vita in galera pazienza, sono una cretina, ma voglio andare via di qui. Quel giorno, il giorno in cui tutto è molto chiaro e molto irrimediabile, “Dani” era a Raqqa, capitale siriana dello Stato islamico, da poco più di un mese, aveva un marito negli Stati Uniti, un marine, e aveva un marito lì, nella centrale del terrorismo jihadista, un rapper tedesco convertitosi all’islam e poi al jihad, con tanto di giuramento di fedeltà ad al Baghdadi, canzoni per celebrare Bin Laden e per festeggiare la decapitazione di Obama.

 

“Dani”, soprannome di Daniela Greene, era una spia dell’Fbi assunta come traduttrice – è ceca di origine, ha vissuto parecchio in Germania, è per il suo tedesco fluente che è stata reclutata – e poi destinata, all’inizio del 2014, a un progetto delicato e di massima sicurezza: rintracciare il rapper Denis Cuspert, noto al pubblico come Deso Dogg, arruolatosi nello Stato islamico come Abu Talha il Tedesco. Nel giugno di quell’anno la Greene compila un documento per andare in vacanza a Monaco a trovare la famiglia, motivi personali scrive, una pausa dal lavoro. Il 23 giugno sale su un aereo per Istanbul, ha un biglietto di sola andata: dorme lì, la mattina dopo si fa trovare a Gaziantep, a venti chilometri dal confine tra la Turchia e la Siria, viene recuperata, trasportata fino a Raqqa dove sposa “l’individuo A”, come viene chiamato sui documenti ufficiali Cuspert – per il Memri, che studia volti e ruoli dell’esercito jihadista di al Baghdadi, Cuspert è “la cheerleader dello Stato islamico”, compare nei video delle stragi, e intanto fa circolare filmati falsi, come quello di un soldato americano che violenta una donna musulmana.

Dani è scappata con il terrorista che doveva controllare e incastrare, ha raccontato bugie a tutti, a casa e al lavoro, ha sognato di vivere come una una sposa dello Stato islamico. Per far arrivare fino a lì, nel cuore siriano di Raqqa, una bionda americana che lavora per l’Fbi, per forza i capi dell’Isis dovevano essere informati: siamo assuefatti alla tempra di Carrie di “Homeland”, ma da sole non ci si muove a Raqqa, da sole non si sopravvive a Raqqa. Ma la prima email all’amico risale all’8 di luglio: pochi giorni e Dani s’è accorta di aver sbagliato tutto, dice che la vita lì è diversa da come se l’aspettava, dice che è tutto complicato, dice che la sua testa “è un casino”, dice che non sa come tornare indietro. L’8 agosto del 2014, Dani viene arrestata in America, inizia a collaborare da subito, viene condannata a due anni di prigione soltanto.

 

Come sia riuscita a scappare, Dani, non si sa. La Cnn, che ha raccontato per prima questa storia, dice che buona parte di quel che è accaduto dal giorno in cui tutto è stato chiaro fino al rientro e alla collaborazione fa parte di notizie non divulgabili, l’Fbi ha fatto di tutto per tenere nascosta la fuga d’amore, e l’Amministrazione Obama, che quando voleva non si faceva scappare una virgola, è riuscita a mantenere il segreto. Nel 2015, il Pentagono ha detto che Cuspert era stato ucciso in un blitz americano in Siria. Ma un anno più tardi, il 3 agosto del 2016, ha rettificato: Cuspert era sopravvissuto, Cuspert era, è vivo. Il giorno dopo, Dani è stata rilasciata dalla prigione federale, ha scontato la sua pena, ora vive sotto copertura, non parla con nessuno, fa la hostess in un albergo.

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  • Paola Peduzzi
  • Scrive di politica estera, in particolare di politica europea, inglese e americana. Tiene sul Foglio una rubrica, “Cosmopolitics”, che è un esperimento: raccontare la geopolitica come se fosse una storia d'amore - corteggiamenti e separazioni, confessioni e segreti, guerra e pace. Di recente la storia d'amore di cui si è occupata con cadenza settimanale è quella con l'Europa, con la newsletter e la rubrica “EuPorn – Il lato sexy dell'Europa”. Sposata, ha due figli, Anita e Ferrante. @paolapeduzzi