Gwyneth Paltrow (foto LaPresse)

Gwyneth Paltrow, la grillina del lifestyle bio

Manuel Peruzzo

L'attrice negli ultimi anni si è trasformata in una improbabile guru di consigli virali e strampalati su come vivere. In altre parole, è bravissima a vederci l'ipocondria e le bufale cosmetiche

Tra i miti d’oggi, Roland Barthes avrebbe dedicato una pagina a Gwyneth Paltrow. Vi sarà capitato di leggere o sentire consigli strampalati e virali che la riguardano: i dildi di quarzo e la guida al sesso anale, le uova di giada per ritrovare la fertilità, i lubfiricanti agli estratti di hibiscus, tè verde e aloe contro la secchezza vaginale. Gwyneth Paltrow ha persino ridato significato all’espressione figa lessa: ha sponsorizzato i vapori vaginali (li fanno al Mugworth V-Steam di Santa Monica) per pulire l’utero e purificarsi. Altro che esercizi spirituali. 

 

L’attrice negli ultimi anni si è trasformata in una guru del lifestyle improbabile, dispensando consigli su Goop.com, la piattaforma che dà indicazioni su moda, bellezza e consumi culturali, e quindi identitari, a “donne in carriera di successo”. Nato come newsletter nel 2004, Goop ha attratto 700 mila iscritti e un milione di visitatori unici al giorno. Ancora poco se comparato, come ha fatto Business of Fashion, a Thrillist, una newsletter di lifestyle maschile che conta 11 milioni di iscritti, 14 milioni di visitatori unici e un fatturato di cento milioni. Goop, attualmente in crescita secondo ADWeek, ha un modello di business incentrato sul native advertisment per vendere fragranze, multivitaminici, linee di vestiti, uova di giada e altre esclusività. E' ciò che gli americani chiamano contextual commerce, cioè eliminare l’interruzione tra contenuto editoriale e merce.

 

La Paltrow ci serve anche per spiegare cos’è successo alla schiuma. Negli anni in cui scrive Barthes è “nota la sua significazione di lusso”, e “può perfino essere segno di una certa spiritualità, nella misura in cui lo spirito è ritenuto capace di ricavare tutto da nulla”. E sarà così fino agli anni settanta di Gaber (“Schiuma soffice, morbida, bianca, lieve lieve sembra panna, sembra neve”). Oggi la schiuma ha un significato simbolico del tutto opposto e rimanda a inquinamento, sostanze tossiche, parabeni, agenti cancerogeni. Il massimo del lusso è indebitarsi in prodotti organic (cioè bio), non testati su animali, rispettosi per l’ambiente, biodegradabili. Prodotti sponsorizzati come naturali (il bene supremo) e non chimici (il male assoluto).

 

La Paltrow ha intercettato questo target nazi vegano, bio-chic, o “granola”. Si legge dall’Urban Dictionary che granola è un aggettivo usato da alcuni americani per descrivere persone consapevoli dell’impatto ambientale, di sinistra, con mentalità aperta, che prediligono i prodotti bio, odiano lo spreco delle risorse, evitano le grandi corporation e preferiscono piccole aziende. Esistono e sono intorno a noi. Sciabattano in birkenstock d’estate, e d’inverno li trovate da Naturasì o Bio C’Bon o Whole Foods col carrello pieno di prodotti senza glutine pur non essendo celiaci e senza olio di palma (poco importa se il glutine è perfettamente digeribile e l’olio di palma non provoca il cancro più di qualsiasi altro tipo di zucchero), magari con maglioni in feltro lana cotta color cocco. Non sono hippie perché una casa ce l’hanno e perché vivere in questo modo: costa molto.

 

Paltrow non vende ancora acqua di luce che ti cura dal cancro. Però vende le uova di giada a 66 dollari e pare ci sia la fila per comprarli in modo da aumentare la fertilità.  C’è solo un piccolo problema: non è vero. E spesso le bufale o la post verità di Goop sono cialtronerie dannose per la salute. Ne trovate una divertente disamina su Outline in “The unbearable wrongness of Gwyneth Paltrow”. Come consigliare di bere latte crudo (rischio salmonella), o evitare pesce e carne preferendo le vitamine (ovviamente della linea multivitaminica del dietologo che ti sta suggerendo una dieta anoressizzante per somigliare a Angelina Jolie). Dopotutto perché mangiare cibo vero quando puoi spendere soldi per ottenere le vitamine e lasciare nel piatto il gusto?

E poi si sa che una cosa tira l’altra, inizi a usare lo zenzero come antidolorifico e finisci col negare l’undici settembre. Basta evocare nano particelle di tossine chimiche per farti comprare un prodotto con marchio organic, come se i prodotti alimentari senza pesticidi siano effettivamente al riparo da funghi e tossine pericolose per l’uomo. Il punto è la quantità di questi agenti potenzialmente cancerogeni, ma a chi importa credere ai controlli dell’autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) quando puoi credere che il governo e le multinazionali ti stanno avvelenando per puro profitto mentre le piccole fattorie lavorano per te per mandato spirituale. Vuoi mettere col piacere di pagare un sovrapprezzo per l’illusione di essere salvo, politicamente consapevole e moralmente superiore. 
 

E il fatturato della Paltrow aumenta all’aumentare delle psicosi contemporanee ipocondriache. Il professor Timothy Caulfield in un libro di qualche tempo fa si chiedeva nel titolo se "Is Gwyneth Paltrow wrong about everything?", e ora sappiamo di no, è perfettamente in linea coi tempi. Altra quinoa?

 


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