Il voto inglese, la base sociale di Renzi e Orson Welles. Di cosa parlare stasera a cena

Marco Alfieri

In esclusiva per noi Marco Alfieri seleziona e propone letture, spunti e idee per sapere quello che succede nel mondo.

    Frase del giorno


    Sei sempre stato attento alle dinamiche del giornalismo digitale, sei stato il primo in Italia a mettere l’email in fondo agli articoli…”

    Marcello Foa (intervista a Ferruccio de Bortoli) 


     

     

    La fine del Regno Unito?

     

    Cartoline da Londra. Domani si vota in Inghilterra e l’Economist la tocca piano: il prossimo parlamento potrebbe essere l’ultimo del glorioso Regno Unito. Evidenziando i due grandi cleavage elettorali: la tenuta del regno, scosso da spinte centrifughe e nazionaliste, e il rapporto di Londra con l’Europa. Alla vigilia delle elezioni più incerte degli ultimi decenni, il Guardian pubblica in esclusiva un elenco dei tagli al welfare che il prossimo esecutivo potrebbe dove fare per rispettare il tetto di bilancio. Gli ultimi sondaggi che danno testa a testa laburisti e tories; l’interessante infografica di Le Monde sui complicatissimi rapporti tra Londra e il resto dell’Europa; il trittico di ritratti dei principali leader in corsa (Miliband, Cameron e Sturgeon); i principali punti dei programmi elettorali dei partiti; la bella intervista ad David Axelrod, ex stratega di Obama (e oggi di Ed Miliband), che racconta le differenze tra la campagna elettorale inglese e americana; e infine l’incastro delle possibili coalizioni di governo nell’utile calcolatore del Financial Times. 

     

     

    Se ne parla oggi

     

    Mercato digitale. L’Unione europea ha varato un piano comunitario per favorire la costituzione di un mercato unico digitale. Si spazia dal fisco agli standard regolatori alla proprietà intellettuale. Sullo sfondo la constatazione di un ritardo accumulato rispetto agli Usa dopo gli anni promettenti (e perduti) dell’egemonia Nokia e del sistema Gsm e di una eccessiva frammentazione (28 paesi). Perchè l’Europa ha bisogno di un vero mercato unico digitale (lo dicono i numeri) e perché, purtroppo, non c’è da essere ottimisti sull’esito della battaglia. 

    Grande Fratello. Scatole nere per analizzare il web e scovare i terroristi. È la risposta francese agli attacchi subiti con la strage di Charlie Hebdo. Come funzionerà il nuovo monitoraggio e perché la raccolta massiccia di dati ricorda i metodi dell’Nsa tanto biasimati. In sostanza: la Germania spia alla grande gli alleati europei, Parigi vara una legge sullo spionaggio digitale tra le più liberticide al mondo eppure tutto questo non solleva indignazione come successe ai tempi delle rivelazioni di Edward Snowden sul grande orecchio Nsa. Chissà perché.  

    Tragedia greca. Le trattative tra il governo Tsipras e la Troika si sono di nuovo bloccate. Il problema imminente è il rimborso di oltre 700 milioni di euro che il Fmi si attende da Atene il 12 maggio. Tuttavia la data per lo scenario peggiore è a giugno, quando sono attesi rimborsi da miliardi di euro. Nel frattempo la Bce ha deciso di stringere i cordoni della borsa (o almeno i criteri di erogazione della liquidità) mentre il ministro delle Finanze Varoufakis si dice ottimista sull’Eurogruppo (sic) di settimana prossima. Ah, per la cronaca il premier Tsipras ha deciso di riassumere 13.000 statali licenziati per austerità e cancellare le regole su promozione per merito ed efficienza: “Siamo nazione sovrana…”

    Corsa alla Casa Bianca. “Il Re e la Regina di Haiti” è il bellissimo racconto che Politico Magazine fa dell’intreccio tra la famiglia Clinton e le chiaccheratissime donazioni legate alla fondazione omonima. Negli Usa, in questo avvio di campagna presidenziale, la polemica è sulla bocca di tutti (è appena uscito un libro inchiesta di Peter Schweizer proprio su questi fatti) anche se Hillary non sembra patirne nei sondaggi (per ora). Da sponda repubblicana, invece, la scesa in campo del trio Fiorina, Carson e Huckabee allarga il campo da gioco e l’offerta politica a disposizione del GOP (e non è detto sia un male, anzi).

    Passaggio a Oriente. Obiettivi, strategie, tensioni e posta in palio. La grande scommessa commerciale trans-pacifica perseguita da Obama, passata al setaccio dall’Economist.

    Mercati razionali (non stupidi). Prendo soldi in prestito a tassi infimi, compro le mie azioni e le faccio salire. La nuova droga di Wall Street si chiama buyback. Ecco come funziona “e perché rischia di farci male”.

    Non solo Boxe. Come le nuove app stile Periscope (ma non solo) stanno minacciando la gallina dalle uova d’oro delle tv tradizionali: le dirette sportive. 

     

     

    Personaggi

     

    Il secolo americano. Chi è Joe Dunford, il nuovo capo delle Forze armate Usa nominato da Obama: un figlio della guerra al terrore, contrario a ritiri frettolosi e date di scadenza.

    Ritratto d’assassino (da giovane). È uscita la prima, bellissima e terribile biografia di Anders Behring Breivik, “il mostro di Utøya”: One of us, di Asne Seierstad.

     

     

    Guerra & Pace

     

    Jihad quotidiana. La primavera araba spiegata dall’ex vice della Cia (affranto). “Credevamo avrebbe segnato la fine di al Qaida, invece ora c’è jihad ovunque. Ci affidavamo troppo agli alleati locali.” Intanto in Yemen i ribelli Houthi attaccano l’Arabia Saudita (il conflitto si allarga) alle prese con un complicato e imprevedibile cambio di potere interno; e poi un interessante audioDoc di Emiliano Bos per la Tv Svizzera italiana: Libano, vite in fuga dalla guerra. Voci e storie di chi è scappato dalla Siria.

    Cortina di ferro. Lunedì prossimo Angela Merkel e Vladimir Putin s’incontreranno per fare il punto sulla crisi in Ucraina. La situazione resta incerta e turbolenta. Mosca accusa l’Ue di lavorare sottotraccia per sabotare il cessate il fuoco  

    Battaglia navale. Due navi cinesi stanno arrivando nel Mar Nero: a metà mese scatterà un’esercitazione congiunta con la marina russa nel Mediterraneo. Il punto sulle relazioni Mosca-Pechino.

    Nel continente nero. Scrive Limes che l’espansione dei jihadisti di Boko Haram nel Nordest della Nigeria è solo il sintomo di problemi più grandi che nascono a sud, presso il Delta del Niger. Perché la democrazia ha finito per peggiorare la situazione e la sfida del neopresidente Buhari. E poi un bel video del Wsj che ha raccolto le testimonianze delle donne rapite dal califfato (e poi liberate).

    Sabbie arabe. Slate racconta una brutta pagina militare Usa. Le truppe americane in Iraq e Afghanistan avrebbero frodato milioni di dollari dei contribuenti corrompendo personale locale e truccando contratti di fornitura (ad esempio gasolio). 

     

     

    Italy in a day

     

    Tentazione Nazarena. Alla fine, per Berlusconi l’Italicum potrebbe essere la legge elettorale perfetta per costruire di nuovo un centrodestra vincente.

    Renzismi. Se ne va Civati dal Pd. Ma la “solitudine” del premier è la conseguenza, non la causa, della sua condizione di leader che può contare su una vasta platea elettorale ma che non sembra in grado di trasformarla in una base sociale.

    Tutti a skuola. La #buonascuola di Renzi “secondo mia figlia liceale”, nella interessante analisi di Stefano Cingolani: “Papà, si vuole dare autonomia alle singole scuole, un po’ come in Svezia, bene…” E perché il dibattito in materia è rimasto fermo tristemente agli anni Settanta (che palle!).

    #Expottimisti. Dario Di Vico analizza il rapporto tra esposizione universale e ruolo delle multinazionali del food. Da dove può nascere un incontro/scontro fruttuoso (fuori dalla solita ideologia anti industrialista e anti profitto) e perché la persistenza dell’agricoltura tradizionale (anche nella Carta di Milano), genera la fame nel mondo (tanti saluti a Vandana Shiva).

    L’Italia che va. L’ultimo trend è che nascono meno startup ma sono più ricche e creano più lavoro. Lo spiegano tre infografiche.

     

     

    Mappa del giorno


    I giovani italiani non sono tutti #bamboccioni. Vanno solo aiutati con un buon sistema di incontro domanda-offerta di lavoro   



     

     

    Argomenti di dibattito

     

    Nessuno ci può giudicare. Ecco cosa unisce i cortei contro la riforma della scuola (già annacquata), l’opposizione alla nuova Pa e il rifiuto di responsabilizzare i giudici. Altro che “svolta autoritaria”, non si può toccare l’autotutela dei garantiti…

    Parricidio politico. Perché la guerra in casa Le Pen tra il fondatore Jean-Marie e la figlia Marine non è solo una lite in famiglia ma è diventata il vero momento spartiacque nel futuro del Front National.  

    Il mondo non è piatto. Il Carnegie ha chiesto a dieci esperti se l’Ordine mondiale post Seconda Guerra mondiale si è definitivamente consumato oppure resiste ancora. Dibattito alto ma interessante e con ricadute quotidiane.   

    Potere cosmetico. In che modo i prodotti di bellezza sono riusciti a conquistare un potere mediatico senza pari e a egemonizzare l’immaginario occidentale. 

    Ciak, si gira. Cosa può insegnarci Hollywood, inteso come cittadella di produzioni cinematografiche, set, montaggi e distribuzione, sul futuro del lavoro. E un elenco di mestieri che verranno molto presto sostituiti da robot e/o computer.

     

     

     

    Cose da sapere

     

    Big Oil. Le grandi compagnie petrolifere stanno compensando il crollo del greggio e il calo dei profitti “core” sviluppando un segmento di business finora marginale: il trading. E i ricavi fanno boom.

    Demografia zero. Il problema dell’infertilità in Europa sta diventando ben più grave di quel che si potrebbe immaginare. Impatto, dati e previsioni.

    Germanwings. La Bea, la commissione francese che si occupa delle indagini sull’incidente avvenuto il 24 maggio, ha rivelato che il pilota suicida che ha causato lo schianto sulle Alpi francesi, Andreas Lubitz, aveva provato la discesa rapida nel volo di andata.

    Asta tosta. Un misterioso collezionista asiatico ha comprato un Van Gogh per 66,3 milioni di dollari. Nel 2014 la Cina è il secondo mercato mondiale per l’arte.

     

     

    Ossessioni

     

    Non si butta via niente. Un freegano, ovvero un praticante del freeganismo, è quella persona che vive – soprattutto, si nutre – degli scarti di produzione di industrie, ristoranti e supermercati. I più estremisti rovistano giornalmente nei cassonetti dell’immondizia. Ne parla il bel romanzo di Jonathan Miles, Scarti.

    Conigliette alla pechinese. Playboy non se la passa benissimo ma spera che il mercato cinese possa dare una nuova accelerata al suo business.

    A suo modo una forma d’arte. Un’intricata storia di numeri, lettere e sigle: le targhe automobilistiche

    Tattoo infinito. I tatuaggi dicono tutto quello che c'è da sapere sulle società che li hanno generati, e in questo momento è in corso una vera e propria epidemia di tatuaggi orribili. Vice news ha parlato con il professor Kirby Farrell per capire come mai.  

     

     

    Mettetevi comodi

     

    Nuovo esodo. Un bellissimo long read della Reuters racconta come l’ondata di grandi migrazioni cui stiamo assistendo sarà decisiva nel definire i nuovi trend globali del ventunesimo secolo (ergo: è ridicolo ridurla a polemicuccia domestica). 

    Compagnia delle Indie. Un fotografo inglese ha documentato la meraviglia dei “coffee houses” indiani, tra tuffo nel passato e reminiscenze coloniali.

    Fammi ridere. Il lungo addio al “Late Show” e perché Fabio Fazio non sarà mai il David Letterman italiano.

    Special One. Non è pirla e crede che nessuno sia meglio di lui. È semplicemente José Mourinho, il grande escluso da queste semifinali di Champion’s League, raccontato nel long-form di Francesco Pacifico.

     

     

    C’era una volta


    Cento anni fa nasceva il grande regista Orson Welles. Un bel libro ne racconta il lato più spontaneo e indifeso