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di cosa parlare stasera a cena

Attaccare il governo sulla riforma fiscale non è una grande strategia di opposizione

Giuseppe De Filippi

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Attaccare il governo perché starebbe mollando sul fronte fiscale, sia sull’accertamento sia sulla riscossione, non sembra una grande strategia di opposizione. Intanto perché non è vero e poi perché non ci sono in giro tifosi delle tasse ma solo contribuenti comunque messi alla prova dalla alta imposizione italiana. Il governo, semmai, sta rendendo più veloce il recupero delle somme dopo l’iscrizione a ruolo delle cartelle e sta dando all’agenza della riscossione più poteri per azioni di recupero, dai pignoramenti ai fermi amministrativi. Mentre si riducono le sanzioni per riportare nella legalità (e soprattutto in un rapporto serio con il fisco) chi non riesce, per mille ragioni, a far fronte ai pagamenti. Nello stesso tempo, con la delega, stanno nascendo anche strumenti di dialogo tra le piccole imprese (le grandi non riescono a evadere, in caso scappano proprio o spostano la sede), i lavoratori autonomi a partita Iva e il fisco. Accordi preventivi sulla propria capacità contributiva, in cui però gioca un ruolo molto rilevante la possibilità di conoscere molto o forse tutto della situazione finanziaria delle persone da parte dell’agenzie delle entrate grazie all’uso di sistemi informatici avanzati. Insomma, ci sono tentativi e passi avanti, e denunciare un condono generalizzato (che non c’è) non sembra un modo efficace per contrastare il governo.

Certo, non è stato molto elegante da parte di Giorgia Meloni usare una vecchia, vessatissima, frase dello scomparso Tommaso Padoa Schioppa sulle tasse, è sembrato più un tentativo di crearsi un bersaglio polemico comodo, tanto per poter dichiarare la propria avversione all’alta tassazione italiana. Contro questa scelta si è scagliata Elly Schlein

 E (direte voi) le aliquote? La domanda l’ha fatta anche un parlamentare come Marattin, che la delega l’ha votata e ne ha seguito gli sviluppi. Ha ragione a porre la questione, ma è anche vero che la riforma serve a dare gli strumenti per agire, mentre il taglio eventuale delle tasse non può che dipendere da una successiva decisione politica e dalle scelte (e dai vincoli) di finanza pubblica.

 

Le tre "cose" principali

 

Fatto #1

Vladimir Putin parla strano, qualcosa scricchiola in Russia, i pochi giorni di distanza dalle elezioni stanno attirando tutte le illazioni possibili sulla situazione nel paese, con comunicati di inediti miliziani russi antiputiniani. Mentre il maggiore responsabile militare ucraino dice che l’esercito di Kyiv è in una condizione difficile e sta perdendo posizioni nella zona di Donetsk, ma i russi stanno subendo perdite pesantissime nella parte meridionale del fronte. 

 

Fatto #2 

L’Ue regola l’IA, l’Italia tiene d’occhio gli spioni del web

 

Fatto #3
Gli Usa contro TikTok, un primo voto parlamentare, della Camera, bandisce la piattaforma dallo spazio web americano. Il Senato può confermare e prendere una decisione di enorme importanza. Mentre dalla Cina arrivano già dichiarazioni rabbiose e minacce di ritorsioni. Un commento di intelligente benaltrismo

 

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