Foto di Chris Kleponis, via Ansa  

Di cosa parlare stasera a cena

La risposta di Joe Biden e quella dell'Ue al crac di Silicon Valley Bank

Giuseppe de Filippi

Idee e spunti per sapere cosa succede in Italia e nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi

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Cosa far sapere ai cittadini quando ci sono timori sulla tenuta delle banche? La scelta, per chi ha ruoli pubblici, va molto ponderata. Non per nascondere, ovviamente, ma per affermare ciò che si può affermare senza essere fraintesi, senza ottenere la classica paura che prende le persone quando si dice loro, in modo assertivo, “state tranquilli”. Joe Biden è la persona, nel mondo, che più deve considerare questo problema. Ha scelto una tripla strada, mettendo accanto alle rassicurazioni generali, un po’ cadute dall’alto, come questa. I messaggi tipici di chi, insieme ai suoi stretti collaboratori, ha in mano la situazione. E ha anche intenzione di non lasciare impuniti i cattivi responsabili del crac bancario.

Fin qui tutto abbastanza lineare e, a quanto pare, anche abbastanza efficace, almeno stando all’apertura della Borsa di New York, molto meno concitata e drammatica di quanto si temesse. Non è solo Biden a dare la linea ai mercati, ma usando le sue uscite pubbliche si ha un quadro sintetico di come l’Amministrazione e anche il grande business negli Stati Uniti stiano reagendo a una situazione complessa, in cui è molto importante l’azione tempestiva e credibile. Ma il problema potrebbe non essere confinato in qualche banca troppo spericolata o troppo esposta alla svalutazione dei titoli del tesoro in portafoglio. La questione dei tassi di interesse e quindi dell’orientamento di Fed e Bce è mondiale e le conseguenze di ulteriori rialzi, perfino maggiori delle attese, sono imprevedibili. Tanto da far ritenere a qualcuno che l’inflazione non sia il peggiore dei problemi in questa fase.

L’Ue riuniva oggi i suoi ministri Economici, con la Commissione. Il ruolo del rassicuratore è anche di Paolo Gentiloni, che ha detto, come commissario europeo, di prendere atto delle misure decise dagli Stati Uniti per fermare la diffusione della paura e degli squilibri sui mercati e tra le banche. Secondo Gentiloni la situazione europea è comunque meno preoccupante grazie al sistema di controlli preventivi di Basilea 2 (l’insieme di regole e di adempimenti sulla solidità bancaria). Ma ciò che si vede ora può essere già la conclusione di una fase turbolenta oppure l’inizio di un periodo di instabilità. Almeno così vede le cose il ministro delle Finanze irlandese, secondo il quale stiamo vedendo solo i primi effetti del tracollo della Svb. Altre rassicurazioni, dalle banche centrali.

 

Le tre "cose" principali

Fatto #1

Il governo vede manovre internazionali, guidate dall’onnipresente gruppo Wagner, per aumentare il numero di migranti in partenza verso le coste italiane. Antonio Tajani, ministro degli Esteri, chiede un coinvolgimento di tutta l’Ue sul tema. Guido Crosetto chiama in causa la Nato, immaginando una forma di pressione di tipo strategico sull’Italia da parte di chi può gestire, all’estero, il traffico migratorio. Giorgia Meloni oggi si è trovata seduta vicino al cardinale segretario di stato Pietro Parolin (portatore di una linea molto equilibrata su accoglienza e migrazioni)

Fatto #2

Il regime iraniano si sente sicuro, dopo i giorni di proteste più intense, e tenta di rifarsi un po’ l’immagine, con l’annuncio di una grande amnistia per i reati politici. La mossa è palesemente opportunistica, ma è anche la prova che, tristemente, anche questa volta il tentativo di dare una spallata al potere islamista non è riuscito. A rafforzare il regime c’è anche l’accordo con l’Arabia Saudita (e mediazione cinese) per riallacciare i rapporti diplomatici

Fatto #3

Cominciano i tavoli di confronto, nel formato molto esteso, sulla riforma fiscale. In settimana la delega è al Consiglio dei ministri

 

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