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Di cosa parlare stasera a cena

Senza proposte nuove sui migranti, a Cutro il governo rischia l'effetto passerella

Giuseppe de Filippi

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Sergio Mattarella riempie tutti i vuoti. Il governo fatica un po’ a entrare in gioco, ma forse ora si prepara a qualche decisione utile. C’è un primo fatto dichiaratamente simbolico, la convocazione del prossimo Consiglio dei ministri spostato dal comodo palazzo romano che fu di Agostino Chigi alla sede istituzionale più adatta da trovare a Crotone. In passato, a parti invertite (gioco noiosissimo quello delle parti invertite, ma ogni tanto tocca farlo) i membri dell’attuale maggioranza avrebbero, al 100 per cento, definito una scelta del genere come “una passerella”, con l’aggettivo incorporato “inutile” e l’aggiunta di qualche “costosa”.

Un linguaggio da destra di opposizione che fortunatamente diventa inutilizzabile (se Elly Schlein dovesse dire qualcosa del genere sancirebbe un passaggio troppo repentino nelle schiere della conservazione) e probabilmente svanisce. La cosa che interessa, invece, è che il governo sfilerà, ops, a Crotone illuminato dalla necessità politica. Cioè, per evitare quell’effetto passerella, dovrà offrire qualche risposta, qualche iniziativa, su un tema, l’immigrazione, da cui sarebbe volentieri fuggito e da cui finora era effettivamente fuggito, affidandosi a qualche battuta salviniana e a un po’ di voluta disattenzione negli sbarchi precedenti al tragico naufragio a pochi metri dalla costa italiana.

Un po’ di riflessione, cioè l’illuminazione dovuta alla necessità politica, non può che far bene, perché sull’immigrazione bisogna uscire dalle descrizioni false e opportunistiche, e quindi interrompere l’accoglienza mal fatta, disordinata e non controllata e, nello stesso tempo, smetterla con il racconto di fantasia (fantasia crudele) sugli scafisti unici organizzatori di tutte le migrazioni e padroni della volontà altrui. Il governo, andando a Crotone, si mette nella condizione di dover scegliere e di dover impostare una politica dell’immigrazione e, grazie alla chiarezza del Quirinale, è anche tenuto a rinunciare a tutte quelle falsità di comodo. Potrebbe essere un momento di passaggio per la politica italiana sulle migrazioni.

Nell’immediato c’è il caso del ministro che abusa di parole e atteggiamenti. La scelta è di proteggerlo, probabilmente anche da sé stesso. E c’è anche la Cei.

 

Le tre "cose" principali

Fatto #1

E bisogna dare atto al governo anche di aver messo la testa e ora di essersi esposto a critiche sul riassetto di una misura difficilissima da emendare come il Reddito di cittadinanza. Molto ruota attorno alla definizione di occupabile e su quel fronte si scateneranno le proteste politiche prima e quelle legali poi. Ma è importante (e vale anche per i bonus edilizi) che ci sia il coraggio di tentare una correzione alle misure di spesa non controllabili. Tra l’altro è interessante che questo cambiamento avvenga in una fase di crescita del mercato del lavoro, con un freschissimo record nel tasso di occupazione

Fatto #2

La guerra, con il rafforzamento delle posizioni in attesa della primavera (o anche un po’ prima)

Fatto #3

Come e quanto ci si sposa in Italia (matrimoni più frequenti tra persone sopra ai 40 anni e molti secondi matrimoni). I matrimoni aumentano anno su anno, ma in buona parte per effetto delle restrizioni che impedivano ricevimenti adeguati

 

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