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DI COSA PARLARE STASERA A CENA

Il governo va avanti sulla giustizia: Meloni incontra Nordio

Giuseppe De Filippi

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Copertura piena all’operato del ministro Carlo Nordio da Giorgia Meloni dopo un nuovo incontro tra i due. Una volta tanto può essere una nota di Palazzo Chigi a funzionare come spunto per parlare a cena. Il senso della presa di posizione è che Nordio deve andare avanti, senza timore di essere abbandonato in caso di aumento delle contestazioni cui è già sottoposto. 

E questo impegno vale doppio perché oggi è stato anche il giorno della seduta programmatica di tutte le corti, le procure e i tribunali italiani, con la cerimonia dell’avvio dell’anno giudiziario. Certo, ci sono motivi di tensione con il governo, ma il tono è diverso dal passato e segnatamente da quello usato con i precedenti governi di centrodestra e anche con quelli di centrosinistra, quando furono ben strutturati e quindi capaci di tentare di incidere nelle materie di giustizia.

 

Le tre "cose" principali

Fatto #1

Polemiche sui progetti governativi di revisione dell’organizzazione scolastica. Il punto che sta facendo discutere è la proposta (come sempre non formulata in modo esplicito e probabilmente estratta da altre considerazioni) con cui il ministro Valditara intenderebbe far firmare contratti diversi a professori delle stesse materie e con le stesse responsabilità in base al costo della vita del luogo in cui insegnano. Detto semplicemente: al nord verrebbero pagati più che al sud. Come sempre le misure dirompenti si possono leggere al rovescio, ad esempio come metodo per attirare verso il trasferimento al nord i docenti che dovrebbero lasciare la residenza abituale e affrontare nuove spese. In ogni caso, il ministro fa le sue precisazioni e cerca di togliere elementi di scontro. Mentre l’opposizione del Pd (e le proteste della Cgil) si fanno sentire

Fatto #2

La crescita americana regge, i posti di lavoro continuano a essere creati a un ritmo molto maggiore delle attese e gli investimenti delle imprese non sono stati frenati dalla politica restrittiva della Fed. Ce n’è per dare spunto a qualche tweet celebrativo firmato Joe Biden. I tanti che nel partito democratico, stando alle voci riprese dalla stampa americana, intendevano frenare sul secondo mandato al presidente in carica, tornano ad affievolirsi, perché, vogliano o no, Biden inanella successi, da quelli economici a quelli elettorali di Midterm. Mentre la faccenda delle carte classificate trovate in una sua casa non ne sta, per ora, scalfendo la popolarità

Fatto #3

Ancora sul ruolo della Germania e sulle sue titubanze

 

Oggi in pillole

  • Qui cerchiamo, anche per il bene delle nostre cene, di evitare le polemiche inutili, cioè quelle che confondono simpatie e antipatie con la logica diversa degli interventi militari e del confronto di forza tra stati. Il sostegno all’Ucraina, una cosa molto americana e un pochino europea, appartiene alla seconda categoria e non si presta a giudizi morali, a battutine, a giochi di schieramento in base all’estro del momento. Parlarne sotto la categoria dell’opinabile da dibattito televisivo sminuisce il senso di un grande sforzo militare e del sacrificio di un popolo e soprattutto è un’attività inutile, superata ogni giorno da ciò che conta e cioè dal confronto sul campo. Non facciamo eccezioni a questa regola ma capiamo bene che a cena il tema di Volodymyr Zelensky a Sanremo emergerà. Voi tenetevi sulla linea già illustrata, il sostegno all’Ucraina è affare di sicurezza e di libertà e tutto va bene per aumentarlo, compreso un intervento al Festival (anche per il gusto di farlo oscurare dalla tv russa)
  • Gli economisti che dubitano sugli effetti della rimozione di alcuni vincoli ai contratti a termine posti con il decreto Dignità
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  • Per la Juventus non siamo ancora al fischio finale giudiziario
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