Foto di Virginia Mayo, AP Photo, via LaPresse 

DI COSA PARLARE STASERA A CENA

Dopo il sì dell'Ue, il governo Meloni può accelerare sulla manovra

Giuseppe De Filippi

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La Commissione europea fa osservazioni, prevedibili e fondate, su Pos, contante, tregua fiscale, ma nel complesso dà atto all’Italia di aver rispettato le regole fondamentali della finanza pubblica europea con la manovra in approvazione. Per il governo c’è certamente qualcosa da aggiustare, ma il segnale politico europeo è importante per dare una spinta ai tempi parlamentari di approvazione della legge di Bilancio. Con il sì, anche se condito con qualche riserva, dell’Ue, legato anche ai controlli sull’avanzamento del Pnrr, le questioni partitiche e le piccole lotte localiste vanno in secondo piano e il cammino della manovra si fa meno impervio. Poi il confronto duro potrà riaprirsi prestissimo, con la delicata decisione sulla delega fiscale, sulla sua estensione e sul suo obiettivo. Intanto da Palazzo Chigi possono mandare la chiamata a chiudere rapidamente la pratica della manovra.

 

Le tre "cose" principali

Fatto #1

(vedi sopra) la logica, quella minima, essenziale, lasciata in regalo a Giorgia Meloni. Un tema su cui i suoi rivali sornioni e quelli apertamente sconfitti dovrebbero riflettere

Fatto #2

Invece dei Pos nei negozi metteranno i Bancomat o qualcosa di simile, quando la passione per il contante complica la vita. L’obiettivo è portare liquidità per uso commerciali nei paesi dove non c’è sportello bancario, ma è comico il contorcimento per evitare la soluzione più ovvia e cioè l’incentivo all’uso di carte e altri strumenti digitali. Si dice che è per aiutare i più fragili, ma è noto che il Reddito di cittadinanza, indirizzato tipicamente ai fragili, è erogato e speso attraverso carta prepagata

Fatto #3

Attenti alla frenata dell’economia e alla corsa alla prudenza delle banche

 

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