Foto di Ng Han Guan, via LaPresse 

DI COSA PARLARE STASERA A CENA

Consigli non richiesti al potentissimo Xi: uno stop alla politica Zero Covid potrebbe placare le proteste

Giuseppe De Filippi

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Arrivano consigli non richiesti al potentissimo (ma improvvisamente messo sotto scacco dalle proteste) Xi Jinping. E sono consigli anche abbastanza semplici, perché, con buon senso e nient’altro, gli si suggerisce di interrompere la politica di azzeramento del Covid per consentire alla società e all’economia cinesi di riprendere a funzionare. Ma forse non è tutto così semplice e così gestibile con buon senso. Non c’è bisogno di essere esperti di Cina per capire che in un paese in cui il dibattito pubblico è filtrato dal regime gli argomenti politici emergono per vie traverse e che, perciò, si attacca sì la Zero Covid, obiettivo intermedio, ma ce n’è anche per lo strapotere del presidente. Forse, come indicato dai consiglieri non richiesti, concedendo la fine della strategia Zero Covid, quindi concedendo l’obiettivo intermedio, Xi potrebbe fermare le proteste e rinsaldarsi ulteriormente. O forse c’è qualcosa di più e quel di più è alla portata di chi protesta oppure porterà a una repressione durissima. Intanto i mercati internazionali riflettono le preoccupazioni per lo stop prolungato dell’economia cinese.

 

Le tre "cose" principali

Fatto #1

Comincia un cammino parlamentare interessante per la manovra, per capire come lavora la maggioranza sui temi economici. Forza Italia va sulla concretezza e si incrocia con le organizzazioni di azienda del settore delle costruzioni sul tema del Superbonus e anche con i sindacati nella partita sulla rivalutazione delle pensioni. La Lega è rimasta al giro precedente, a piantare bandierine. Giorgia Meloni tiene bene la guida del governo, Giancarlo Giorgetti (che sembra ancora destinato a entrare veramente in campo sulla manovra) segnala che i giornalisti non hanno dato abbastanza risalto alle misure su costi energetici e sostegno alle famiglie. Insomma, la maggioranza sembra dentro a un suo modo di operare e sufficientemente coesa e molte delle misure che avevano colpito l’opinione pubblica in questi giorni, come la soglia a 60 euro per l’obbligo di pos e l’aliquota unica per i redditi di lavoro autonomo fino a 85 mila euro, sono nuovamente in discussione, non per contrasti politici interni, ma per un possibile parere europeo con richiesta di modifica

Fatto #2

E lo schema si ripete sulla questione delle armi all’Ucraina. I 5 stelle volevano scompaginare il fronte governativo con una mozione che avrebbe obbligato a prendere posizione, hanno prodotto, invece, una specie di rilevazione millimetrica della spaccatura dell’opposizione, tristemente divisa in 3 e più orientamenti. Ah, intanto gli Stati Uniti programmano l’invio di armi con maggiore portata

Fatto #3

Christine Lagarde parla davanti al suo principale interlocutore politico, il Parlamento europeo, e dice che il piano di dismissione dei titoli di stato nazionali sarà graduale e sempre annunciato pubblicamente in tutti i suoi sviluppi. Parla anche di Italia (che, malignamente, si lega al tema precedente) e dà atto delle grandi opportunità aperte dal Pnrr “a condizione che le riforme collegate a esso vengano attuate”

 

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