Il virologo Andrea Crisanti (foto Ansa)

di cosa parlare stasera a cena

In questa campagna elettorale si porta più la pandemia dell'economia (purtroppo)

Giuseppe De Filippi

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Curiosità dei temi da campagna elettorale. Si porta, un po’, la pandemia. Ovviamente se ne è parlato per la candidatura di Andrea Crisanti con il Pd, ma, a ben vedere, si tratta più di una mossa difensiva che dell’intenzione di cavalcare in modo aggressivo le scelte fatte durante la pandemia e ora, in questa fase, speriamo, finale. Perché i partiti dello schieramento misto destra con un po’ di centro hanno messo subito in chiaro, tra i punti del programma, il proposito di usare il ricordo delle restrizioni sanitarie come motivo di scontro polemico. Con un po’ di ipocrisia e un po’ di semplificazione hanno messo tra i punti programmatici l’impegno a non tornare a forme di riduzione della libertà personale di fronte a nuovi casi di rischio sanitario diffuso. Insomma, argomenti facili, da urlo televisivo in un talk show, in cui si fa leva sulla parte negativa ma necessaria, le restrizioni, e si tralasciano del tutto i rischi scongiurati e le conseguenze che avrebbe avuto un andamento peggiore della pandemia. Il vantaggio è che, diversamente dai problemi sui mercati finanziari, si può sperare che di pandemia ne capiti una sola ogni cento anni e quindi non si venga chiamati a breve a dar conto della propria faciloneria da posizioni di governo. Con la guerra già è un po’ diverso e infatti è uscita dalle polemiche più intense del confronto elettorale, perché non ci sono argomenti forti e vendibili nelle 4 parole urlate da sfida televisiva.

Dall’economia, cioè dalle condizioni finanziarie del paese e da quelle di lavoratori e imprese, poi, scappano tutti, se non per mettere sul piatto proposte che durano il tempo di una pernacchia e ne hanno, più o meno, la stessa efficacia. Questo è il percorso perfetto per arrivare alla (solita) incapacità a operare della maggioranza parlamentare e agli sviluppi successivi che, più o meno, conosciamo. Ah, un piccolo caso ma molto significativo. Sul superbonus e tutti i guai e le polemiche che ha generato, e sui tentativi ancora in corso per tentare di raddrizzarne il funzionamento finanziario, non si sente una parola. Le associazioni di impresa non sanno più come segnalare il problema, ma non ottengono replica né interesse. L’attivismo viene riservato solo al mantenimento dei soldi a perdere dello stato nel trasporto aereo.

Ah, poi ci sono anche le questioni vere, che non aspettano la campagna elettorale e sulle quali sarebbe utile un po’ di impegno.

Le tre "cose" principali

Fatto #1

Le candidature dei grillini/contiani arrivano tra opacità e familismi vari. Si potrebbe proporre il limite del secondo marito, ma, scherzi a parte, c’è una quota del patrimonio politico 5 stelle, di quello che ancora resta, per la quale, stranamente, non si accendono contese ereditarie. Oppure vanno sempre a invischiarsi tra rifiuti e termovalorizzatori

Per essere più chiari osserviamo che il partito di Luigi Di Maio non tenta neppure di raccogliere sul greto del fiume qualche bandiera a 5 stelle, rivendicando, come da un governo in esilio, la purezza e la continuità della linea. Insomma, il ministro degli esteri sembra essersi accomodato in una posizione vagamente assistenzialista, da dove, però, non morde. Mentre ha stranamente rinunciato a porsi come vero grillino, continuatore almeno di una parte delle intuizioni del fondatore. La difesa energica e innovativa insieme del reddito di cittadinanza potrebbe essere un’occasione per lui, per farsi notare, per lasciare un segno (chieda a qualcuno che si intende di welfare, lasciando stare il vecchio giro grillino, e magari tira fuori qualche buona idea).

Fatto #2

La Cina gioca spesso su più tavoli e usa molto questo tipo di operazioni per fare pressione sulla scena internazionale, ma questa notizia fa ugualmente impressione.

Fatto #3

Liz Cheney ha perso nel Wyoming nelle primarie repubblicane in cui sfidava la macchina trumpiana, ma potrebbe partire verso la sfida maggiore, quella delle primarie per la candidatura a presidente.

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