DI COSA PARLARE STASERA A CENA

Perché pagare il gas in rubli potrebbe non essere un affare per Putin

Giuseppe De Filippi

Idee e spunti per sapere cosa succede in Italia e nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi

Una cosetta sui discorsi di Volodymir Zelensky, ormai genere (apparentemente) a sé nella produzione di oratoria politica contemporanea. Piacciono e convincono, sì, ma insieme turbano, perché l’indifferenza non è ammessa, e poi infastidiscono una certa quota di pubblico e fanno proprio arrabbiare una piccola minoranza. Proviamo, visto che a cena se ne parlerà, ad azzardare una spiegazione con conseguenze interessanti.

L’effetto di turbamento (o di fastidio o perfino di rabbia) nasce, proviamo a sostenere questa tesi a cena, dalla speciale abilità di Zelensky nell’uso di una chiave naif, nella scelta di muoversi sul terreno dell’ingenuità anziché su quello della rivelazione orrorifica e dell’indignazione. E di unire tutto questo a una piana e semplice esposizione del nostro passato, del nostro album di famiglia, con il quale, però, spesso non vogliamo confrontarci. È stato detto e notato che agli americani ha citato Pearl Harbor, agli inglesi Winston Churchill, ai francesi Verdun, e ha posto loro domande molto semplici sulla presenza di primarie aziende nazionali ancora in Russia, agli israeliani perfino lo sterminio nazista, e infatti in quel caso il meccanismo si è inceppato, ma non perché fosse sbagliato e offensivo, cosa che in parte era, il paragone con il tentativo di eliminazione totale degli ucraini e della loro cultura da parte dei russi, ma perché toccava una materia viva, tenuta viva da Israele secondo un saggio programma politico, e non una questione musealizzata o rintanata nei libri di storia. Perché, invece, appunto con l’esclusione dell’unicità indimenticabile dello sterminio ebraico pianificato dai nazisti, gli altri fatti e personaggi sono ormai appannati e confusi nel nostro discorso pubblico, o accantonati, dimenticati, non più fondanti di niente. Invece lo scaltro ingenuo Zelensky ce li rimette lì davanti agli occhi.

Oggi ha detto che l’attacco russo colpisce libertà, uguaglianza e fraternità. La nostra triade fondante dell’Europa democratica cioè di qualcosa che non prendiamo più sul serio. Allora i discorsi del presidente ucraino in maglietta verde stanno lì a riportare i parlamenti del mondo libero alle loro ragioni d’essere. Non erano il populismo o il nazionalismo le strade per riprendere il filo della convivenza in Europa, ma la strada, e da qui arriva la rabbia di alcuni, era nell’esperienza storica con cui è nata l’Europa e della quale volevamo, cosa assurda, fare a meno. Si capisce che diserti l’aula chi non può sopportare di essere messo ingenuamente di fronte a ciò che dovrebbe essere

 


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Le tre "cose" principali


Fatto #1

Mario Draghi prima alla Camera e poi al Senato per le comunicazione sui temi del prossimo importantissimo Consiglio europeo

Fatto #2

Come sempre per le scelte monetarie gli effetti di apparenti scorciatoie possono essere molto diversi da quelli attesi. Putin vuole pagamenti energetici in rubli, non è detto che sia un affare per lui. L’obiettivo è l’aggiramento delle sanzioni, nella parte in cui è stata limitata l’operatività della banca centrale russa sui suoi depositi in valuta all’estero. Ma, nel medio termine, la Russia troverà con meno valuta estera, anzi quasi senza, visto che la vendita di gas e petrolio ne sono la principale fonte, e quindi con minori possibilità di manovrare sui mercati per tenere stabile il valore internazionale del rublo. La mossa sembra più dettata da orgoglio mal riposto e da altrettanto mal riposta volontà di ritorsione per le sanzioni. E, a rendere il quadro più fosco, ci sono le notizie che filtrano da Mosca secondo le quali Putin avrebbe impedito le dimissioni, e l’uscita dal paese, della presidente della banca centrale russa, Elvira Nabiullina, di fatto trasformata in ostaggio, con le immaginabili conseguenze sull’efficacia della politica monetaria. Ah, comunque chi compra di solito ha un certo potere nella scelta della valuta e certamente non esistono possibilità di imposizioni totali da parte del venditore

A proposito, tornano utili le domande di Mohamed El-Erian (che ha già guidato il principale fondo mondiale specializzato in debito sovrano e obbligazioni e ora è dirige l’analisi economica di Allianz) sul futuro finanziario della Russia

Un po’ di idee europee per la politica energetica comune. E le alcune proposte italiane

Fatto #3

Spettacolare sondaggio in cui si rileva sperimentalmente ciò che in tanti sentivamo nell’aria e nell’etere e cioè la convergenza tra chi contesta i vaccini e chi difende Putin

Il prof. Alessandro Orsini, da poco ospite contrattualizzato a Cartabianca (complimenti per il colpaccio a Bianca Berlinguer!), da vero militante, sceglieva una variante, con il sostegno al vaccino Sputnik e poi le note posizioni di giustificazione dell’espansionismo belligerante russo. La notizia del contratto, data dal Foglio, fa rumore. Un parere, tra i tanti

 

Oggi in pillole

 

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