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di cosa parlare stasera a cena

Perchè Meloni vuole chiarirsi con Salvini? Spiragli di diplomazia in Ucraina

Giuseppe De Filippi

Idee e spunti per sapere cosa succede in Italia e nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi

Dopo Luigi Di Maio, che lo chiedeva all’interno dei 5 stelle, ora c’è Giorgia Meloni a pretendere il chiarimento politico, questa volta nell’alleanza di Centrodestra. Lo ha fatto in una lunga diretta alla radio Rtl. Destinatario del chiarimento, parole che si usa solo quando in realtà è tutti chiarissimo, è Matteo Salvini. Per la prima volta Meloni si riferisce a lui dicendo di avere posizioni politiche diverse. Il chiarimento, se è tale, dovrebbe portare a rompere l’alleanza. Ma dopo il chiarimento, si sa, c’è spesso (in vista delle elezioni) il confondimento, oppure, questa volta, non c’è. Perché poi cosa dovranno chiarirsi? Forse Meloni vuole correre da sé alle prossime elezioni anche nei collegi uninominali? Tra l’altro e la più esplicitamente contraria al cambio della legge elettorale e al ritorno al proporzionale e quindi, a meno di fare polo e maggioranza da sé, evidentemente ragiona ancora come chi è inserito in un’intesa tra partiti, a meno di deliranti aspirazioni a fare maggioranza e polo a sé. Tuttavia, come se si sa, quando partono i chiarimenti arrivano anche più nervosismi e più ruggini di quanto si possa immaginare prima. Per Salvini potrebbe essere un’occasione per chiarire fino all’estrema conseguenza di un ragionamento politico lineare e ben fondato e magari constatare che la Lega, come partito di amministratori delle zone più economicamente dinamiche del paese, con la destra ammantata di nostalgia e di sovranismo, non ha poi troppo a che fare. Chissà, i chiarimenti sono brutte bestie ma stavolta ci fanno sognare

Intanto Fratelli d'Italia prende molti voti, ma nella logica politica è meglio essere il secondo o terzo partito numericamente avendo tanti amici e alleati possibili invece di essere il primo partito (per un soffio) ma dopo aver bruciato tutte le alleanze

 


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Le tre "cose" principali:

Fatto #1: a proposito, il governo, diavolaccio di un Mario Draghi, pure sulla questione delle concessioni balneari ha tirato fuori una soluzione che potrebbe accontentare anche chi non voleva a nessun costo cedere alle richieste europee e alla logica della concorrenza. E così finirebbe per avere, ops, anche su questa faccenda l’appoggio della Lega e l’opposizione di FdI. Comunque per cena dovrebbe essere finito il consiglio dei ministri e ne sapremo di più. Però, a proposito di iniziativa di Draghi e screzi nella maggioranza, ha ragione Luciano Capone a ricordare che i bonus fatti a capocchia non sono un’esclusiva dei 5 stelle, perché quello per le facciate, pessimo quanto mai, è invece tutto del Pd e della sua parte più politicamente accorta

Fatto #2: Olaf Scholz a Mosca a incassare la sospensione di una parte delle attività militari ostili russe ai confini con l’Ucraina. Con la constatazione fatta assieme a Vladimir Putin dell’esistenza di ulteriori spazi per le soluzioni diplomatiche. È il modo per dire che si offre a tutti la possibilità di salvare la faccia

Luigi Di Maio a Kiev (intanto Volodymyr Zelensky ha parlato al telefono con Draghi), confermandosi un generale forse non fenomenale ma napoleonicamente fortunato, e tanto basta (qui si ha un debole per le storie di redenzione e per i romanzi di formazione, e nel caso di Di Maio ce n’è a sufficienza per farci felici)

Fanno così i russi, provocano, guardano che succede, poi ritirano per un po’ gli artigli con le perplessità di chi osserva da Kiev

Adesso tentano di riaprire le ferite della guerra precedente, sancendo in modo politico le occupazioni realizzate e gli staterelli inventati. Insomma, è un vecchio sistema e non è detto che funzioni nell’epoca in cui la comunicazione mondiale e la presenza sulla scena strategica sono insolitamente diventate trasparenti, leggibili con facilità. Trucchetti e mosse di propaganda o pressioni tipicamente psicologiche come il voto della Duma a favore del riconoscimento delle entità create con l’occupazione ora rischiano di andare a sbattere contro la rappresentazione della realtà ormai diventata veloce quasi quanto la realtà stessa. Gli assetti di potere e i rapporti di forza sono chiari, non è più tempo di carri armati di cartapesta, e anche quelli veri di carri armati devono essere supportati da tutta la catena logistica e dalla volontà politica, altrimenti diventano anch’essi di cartapesta. Il Foglio oggi scrive della ritrovata iniziativa europea, cosa che potremmo leggere con la chiave appena proposta

Fatto #3: il costo delle bollette sale, nell’immediato, mentre il prezzo internazionale del gas comincia a riscendere (e arrivano anche navi dal Giappone piene di gas liquido)

Oggi in pillole