Foto: Ansa

di cosa parlare stasera a cena

Il centrodestra gioca (male) la carta Casellati, sullo sfondo Draghi e Casini

Giuseppe De Filippi

Idee e spunti per sapere cosa succede in Italia e nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi

A un certo punto della giornata, pressato da voci e informazioni riservate sulla possibile convergenza anomala, o sulle possibili convergenze anomale, verso Maria Elisabetta Casellati, Enrico Letta deve dire una cosa ovvia ma con tono duro e nel modo più pubblico possibile. Serve a chiudere la faccenda nel modo più evidente e definitivo. E ad aprire la partita vera (a meno di impazzimenti dei vari aspiranti convergenti).


E la fatica di Giuseppe Conte, tra tentativi di manovrismo, confusione interna al suo gruppo di elettori, necessità di mantenere uno straccio di linea politica sensata. È spia di tutto ciò che le sue prime parole siano dedicate alla richiesta di non essere travisato, cosa che dicono sempre quelli che non parlano chiaro.


Ah, Beppe Grillo non pressa Conte perché voti Draghi, lo fa sapere telefonando in diretta a Enrico Mentana e poi specifica con un successivo messaggio che è invece vera la sintonia tra lui e Conte per dare piena stabilità all’attuale esecutivo e quindi mantenere Draghi alla guida del governo, che è il modo neanche più in codice per dire “no” a Draghi al Quirinale
Intanto c’è anche da segnalare la scarsa operatività del centrodestra, l’inflazione di nomi proposti, col metodo prima della rosa e poi delle candidature secche, ha prodotto una riduzione del peso di ciascun nome. Uno di essi, poi, era il nome della detentrice della seconda carica dello stato, funzione cui si ricorre solo nella necessità di un nome di garanzia e non come proposta di parte.


Sullo sfondo c’è l’elezione di Mario Draghi oppure l’operazione Casini e da notare i voti, 125, per Sergio Mattarella (mentre calano le schede bianche).


La curiosità uovo di Colombo, com’è fatta la scheda? Si poteva facilmente immaginare ma vederla è divertente (grazie a Stefano Ceccanti)

 


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Le tre "cose" principali

Fatto #1: Ucraina e venti di guerra, con la Nato che risponde alla pressione russa e ammucchia truppe mentre gli imprenditori italiani hanno addosso gli occhi del mondo, in modo non benevolo, per i colloqui commerciali di oggi con Vladimir Putin. Marta Dassù ne fa questione centrale e chiave per entrare nella strategia russa verso l’Europa

Fatto #2: come vanno le cose della pandemia (volgono al miglioramento). Indicazioni importanti anche dai dati dell’Istituto superiore di sanità, con l’ennesima ma sempre importante conferma degli effetti protettivi dei vaccini. I giorni di lavoro che si perdono per il Covid sono mediamente 30 per ogni contagiato

Fatto #3: molti, sempre di più, vogliono mandare via Boris Johnson, compreso, ovviamente, il leader dell’opposizione Keir Starmer

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